Guerra in Medio Oriente

Il vertice del Cairo? Solo “chiacchiere e distintivo”

Il summit sulla guerra non porterà risultati di alcuni tipo: senza un rappresentante di Israele è come fare i conti senza l’oste

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summit cairo

Nel giorno del vertice del Cairo, qualcuno forse si chiederà come mai le porte del valico di Rafah siano state aperte solo stamane alle decine di camion che erano da giorni in attesa. Attesa che però non ha fatto bene né alla popolazione stremata né alle merci sensibili. Abbiamo infatti saputo che il latte si è inacidito e il pane indurito.

Allora, perché questa attesa? Non sarà per caso che l’apertura del valico doveva coincidere con l’arrivo al Cairo dei leader arabi e occidentali? Far attendere una popolazione bisognosa per un motivo del genere sembra assurdo, ma come diceva il saggio a pensare male è peccato ma spesso ci si azzecca.

A proposito del vertice del Cairo, sono arrivati oggi nella capitale egiziana diversi leader europei, sono presenti la Presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni, Pedro Sanchez (il primo ministro spagnolo che, tra l’altro, ha attualmente la presidenza di turno dell’Unione Europea), il premier greco Kyriakos Mitsotakis e quello cipriota Nikos Christodoulides. La Germania e il Regno Unito saranno rappresentati dai ministri degli Esteri.

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Al vertice, che è stato organizzato nella Nuova Capitale amministrativa, prende parte anche il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, il Presidente del Consiglio Europeo Charles Michel, e l’Alto rappresentante della politica estera dell’Unione Europea, Josep Borrell.

Di che parleranno al Cairo non è dato sapere, l’unica cosa certa è che saranno solo “chiacchiere e distintivo” per il semplice motivo che nessun rappresentante di Israele è stato invitato: praticamente è come fare i conti senza l’oste.

E mentre loro chiacchierano, bevono, mangiano e fanno promesse che sanno di non poter mantenere, le forze di difesa israeliane smontano Hamas pezzo a pezzo, tengono a bada Hezbollah e Iran e si preparano a invadere la striscia di Gaza.

Un’ultima cosa: fonti giornalistiche hanno fatto sapere che l’aeronautica dell’Iran ha posizionato le rampe di lancio dei missili a lunga gittata, quelli in grado di colpire lo Stato Ebraico (sono state pubblicate alcune foto che però debbono essere confermate).

L’Iran mostra i muscoli oppure oltre al dietro le quinte vuole partecipare alla partita da protagonista? Presto per dirlo, ma è probabile che commenteremo gli sviluppi di questa notizia nei prossimi articoli.

Come diceva il poeta: “…ai posteri l’ardua sentenza”.

Michael Sfaradi, 21 ottobre 2023

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