Salute

Veterinari e allevatori, ira su Burioni. Ma lui insiste sugli antibiotici

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Considerata la professione del soggetto, quella sparata con fragore durante l’ultima puntata di “Che tempo che fa” da Roberto Burioni potremmo definirla come una grassa e grossa bufala virale. Una delle tante, ad onor del vero.

Come già riportato su queste pagine, il genio incompreso della pandemia, che in pochi giorni passò dal sostenere il rischio zero ad invocare ad ore alterne gli arresti domiciliari di massa, ha raccontato in diretta la favola nera legata ad un presunto e diffuso uso degli antibiotici degli allevatori italiani. Un uso assolutamente spregiudicato totalmente finalizzato ad accrescere la massa corporea degli animali da allevamento.

Tant’è che lo “scienziato” pesarese, che durante la fase più buia delle restrizioni sanitarie, quella dell’abominevole ricatto sanitario indotto dal green pass, definiva sorci da chiudere in casa i renitenti al vaccino, è riuscito nella grande impresa di far imbestialire due importanti categorie: i suddetti allevatori e i veterinari.

Questi ultimi, in particolare, attraverso l’Associazione nazionale medici veterinari, hanno risposto con un durissimo comunicato stampa: “È uno schiaffo alla sicurezza alimentare nazionale sostenere, come ha fatto il conduttore di Che Tempo Che Fa, Fabio Fazio, che assumiamo antibiotici senza saperlo – ribatte l’Anmvi. Nessun animale in corso di trattamento farmacologico può produrre alimenti destinati al consumo umano. Ed è pura disinformazione affermare, come fa il professor Roberto Burioni, che negli allevamenti si pratichi l’utilizzo degli antibiotici per fare crescere di più di peso gli animali. In Italia, come in tutta la Ue, non lo si fa. E non lo si fa ormai da quasi vent’anni, sulla base di norme sull’alimentazione animale che vietano l’uso degli antibiotici come promotori della crescita dal 1° gennaio 2006″.

Anche la Federazione nazionale ordini veterinari ha divulgato un comunicato di ferma protesta, chiedendo a Fabio Fazio e ai vertici della Rai, analogamente ai colleghi dell’Anmvi, di rettificare quanto prima la colossale bufala espressa da Burioni.

Ma ancor più caustica la presa di posizione dell’Assosuini, associazione che organizza gli allevatori suinicoli italiani, la quale mette sul banco degli imputati anche il nostro “caro” servizio pubblico radiotelevisivo. Vale assolutamente la pena riportarlo integralmente: “Colpisce che un medico che si è speso tanto contro le chiacchiere da bar nella scienza si faccia pagare per spargere luoghi comuni in tv con i soldi del canone – sottolinea il presidente Elio Martinelli -. In particolare quando a Che Tempo che Fa, Burioni si scaglia contro gli antibiotici usati per far aumentare di peso i maiali, dimentica di dire che è una pratica vietata in Italia da venti anni. Sarebbe come raccomandarsi di stare attenti al metanolo nel vino o ai metalli nei vaccini. Queste fake news sul mondo alimentare danneggiano chi, come gli allevatori, è poi costretto pure a pagare lauti cachet ad ospiti approssimativi nel lanciare gravi allarmi”. E ancora: “Se Burioni ha notizie specifiche e attuali le porti in procura, se sta solo facendo quattro chiacchiere in libertà si rilegga i suoi libri sui danni fatti da chi parla senza cognizione di causa. Spero che la Presidenza del Consiglio e il Ministero dell’Agricoltura intervengano a tutela del comparto. Il silenzio in materia non è una strategia che funzioni.”

Lui, dal canto suo, non fa passi indietro. E su Twitter prova ad arrampicarsi sugli specchi: “Nell’ultima puntata di che tempo che fa ho criticato l’utilizzo degli antibiotici negli allevamenti intensivi. Non ho detto che si usano in Italia, ma se gli antibiotici si usano in altri paesi (e si usano) i batteri resistenti possono facilmente arrivare da noi”. Poi ha aggiunto: “Parlavamo di salute umana e non abbiamo ritenuto opportuno invitare dei veterinari (quando abbiamo parlato di allevamenti intensivi abbiamo invitato il prof. Claudio Bandi, che insegna nella facoltà di Veterinaria a Milano) e nessuna delle mie affermazioni è errata. In ogni caso se ci fosse stato un veterinario gli avrei chiesto perché, alla faccia dei divieti, l’Italia è seconda in Europa per uso di antibiotici negli animali dietro alla Polonia, come potete vedere da questo rapporto EMA“.

Ora, il sospetto che Burioni fosse un “ospite approssimativo” noi aperturisti della prima ora lo abbiamo da circa tre anni, e la sua ennesima topica non fa che confermarlo appieno. Ciononostante la Rai, attraverso uno dei suoi programmi più seguiti, continua a trattarlo come un infallibile uomo della medicina, le cui opinioni anziché poter essere discusse vengono proposte come una sorta di verità rivelate. Un approccio demenziale che squalifica in primo luogo chi mette in scena questo orrendo teatrino dell’assurdo, spacciandolo per una sorta di divulgazione medico-scientifica.

Claudio Romiti, 22 aprile 2023