Cultura, tv e spettacoli

Vi spiego perché conduco Quarta Repubblica da casa

Lo starete vedendo in questo momento (in caso contrario, sintonizzatevi su Rete 4): questa sera conduco Quarta Repubblica da casa. Condizione particolare: il conduttore in collegamento, gli ospiti in studio. Il motivo? È presto detto: come milioni di italiani in questi giorni, anche io sono in una sorta di “isolamento fiduciario”. Cioè non posso recarmi negli studi di Mediaset a Roma.

Niente di grave, per carità. Sto bene, ho fatto tutti i miei tre vaccini, ho un tampone negativo. Però ci sono delle regole in Italia che 7,7 milioni di italiani conoscono bene: regole che sostanzialmente ci costringono ad un lockdown burocratico. Non sto parlando solo di “non vaccinati”, che ormai tra green pass base, obblighi vaccinali e super green pass non possono fare praticamente nulla. Parlo anche di chi due dosi di Pfizer&co se l’è fatte, ma non è ancora riuscito a sottoporsi al booster.

Se hai la sfortuna di essere il “contatto stretto” di un positivo, anche se asintomatico e con tampone negativo, finisci col doverti fare 5 o 10 giorni di quarantena; oppure sei costretto a girare (e lavorare, come nel mio caso) per tutto il giorno con la mascherina Ffp2. Un “lockdown burocratico” di fatto che con Omicron e la sua diffusione obbliga me a condurre da casa. Ma soprattutto rischia di paralizzare il Paese.

Nicola Porro, 10 gennaio 2022