Sembrano passati decenni da quando promuoveva carte prepagate per i migranti arrivati nella sua città. Sì, perché il sindaco di New York Eric Adams, tra i punti di riferimento del mondo democratico, sembra aver cambiato idea per quanto concerne l’accoglienza. Travolto dall’invasione di richiedenti asilo, il primo cittadino della Grande Mela ha dovuto fare i conti con un’emergenza senza precedenti. La città al collasso, i problemi economici, l’aumento di criminalità: lo stesso Adams ha ammesso di non riuscire a immaginare una soluzione per la sua città. Ma la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali potrebbe cambiare il corso della storia.
Commetti un crimine? Vieni cacciato prima di scontare la pena. Una vera e propria svolta trumpiana per il sindaco di New York, che s’è detto pronto a cacciare i clandestini accusati di crimini nonché a collaborare con la nuova amministrazione della Casa Bianca. “La mia posizione è che le persone che commettono crimini nella nostra città hanno abdicato al loro diritto di essere a New York e sono aperto a trovare il modo migliore per affrontare la questione” le sue parole che non lasciano grossi margini di interpretazione, con buona pace di quella sinistra buonista che tanti danni ha fatto.
Uno dei casi recenti che più ha fatto discutere è quello di Bernardo Castro Mata, diciannovenne venezuelano entrato illegalmente negli Stati Uniti che ha sparato a due agenti della polizia newyorkese. “Non voglio quel tizio nella mia città: semplice e chiaro” la sottolineatura di Adams, più deciso che mai a risolvere il problema. E ancora: “Coloro che sono qui a commettere crimini, rapine, sparare a poliziotti, stuprare persone innocenti, hanno danneggiato il nostro Paese”. Ma non è tutto. Rivolgendosi al mondo della sinistra, Adams si è soffermato su uno dei più grossi mali della società statunitense, ossia la cancel culture. Molti progressisti hanno avuto paura di cacciare gli immigrati criminali, ma lui non teme niente e nessuno: “Nell’epoca della cancel culture, se questo non vi piace, cancellatemi pure”.
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La linea dura di Adams coincide con l’imminente ritorno di Trump alla Casa Bianca e quindi con il ritorno alle regole ferree in materia di immigrazione. Tom Homan, indicato dal tycoon per il dossier, a proposito di New York aveva evidenziato di essere pronto a espellere i clandestini criminali con o senza l’aiuto dell’amministrazione locale: “Se non possiamo ottenere assistenza da New York City, potremmo dover raddoppiare il numero di agenti che inviamo. Perché faremo il lavoro con loro o senza di loro”. Adams ha offerto un ramoscello d’ulivo, rimarcando che l’esito delle presidenziali ha mostrato che gli americani vogliono un cambiamento sull’immigrazione e sulla gestione dei confini.
“Voglio parlare con lui e scoprire quali sono i suoi piani, dove esistono punti in comune e dove possiamo lavorare insieme” ha evidenziato Adams a proposito del suo incontro con Homan. Il primo cittadino della Grande Mela da buon ex capitano della polizia ha giocato “al poliziotto buono e al poliziotto cattivo” in materia di immigrazione. Ha speso miliardi per l’accoglienza ma ha anche tracciato un limite all’espulsione dei clandestini rispettosi della legge: “Quelle persone non dovrebbero essere rastrellate nel cuore della notte. Queste sono persone che amano il nostro Paese e stanno partecipando al nostro Paese”. Ma in molti ricordano anche le leggi allentate, errori madornali contestati dai cittadini. Ora la svolta trumpiana potrebbe regalare più sicurezza a una delle città più iconiche al mondo. E chissà, magari Adams potrebbe lasciare i dem per sposare la causa repubblicana…
Franco Lodige, 5 dicembre 2024
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