L’Unione Europea sta facendo folli passi avanti per assicurare che la diversità e l’inclusione di genere siano riflettute nel linguaggio utilizzato dai suoi europarlamentari e nelle comunicazioni istituzionali. Questo impegno si inserisce in un contesto globale dove la sensibilità culturale e la ricerca dell’equità stanno guadagnando sempre più importanza. Anche a costo di sfiorare il ridicolo.
Recentemente, l’Istituto Europeo per l’Uguaglianza di Genere (EIGE), una agenzia dell’Ue, ha pubblicato un documento intitolato “Toolkit on Gender-sensitive Communication“, lungo 61 pagine. Il documento si propone di identificare e modificare terminologie e frasi che possono essere considerate offensive o che perpetuano stereotipi di genere. L’obiettivo è di incoraggiare un uso del linguaggio che sia privo di pregiudizi e che promuova l’uguaglianza di genere.
Un esempio significativo del cambiamento suggerito riguarda l’uso di termini come “pushy” e “shrill”, spesso utilizzati in contesti negativi per descrivere le donne. L’EIGE raccomanda di optare per alternative neutrali come “assertive” e “high-pitched”, al fine di evitare connotazioni pregiudizievoli. Inoltre, il documento suggerisce di invertire l’ordine di coppie di parole come “Re e regina” per promuovere un maggiore equilibrio di genere nella visibilità. Idem con patate per la parola “virile”, considerata “fortemente associata solo agli uomini”, che dovrebbe essere sostituita da “strong or energetic” (“forte o energico”).
Le linee guida, esse non sono esenti da critiche. Il deputato conservatore del Regno Unito, Nick Fletcher, citato dal Telegraph, ha espresso scetticismo, definendo tali iniziative come “sciocchezze” e suggerendo che vi siano questioni più urgenti da affrontare nella società. La controversia attorno all’adozione di un linguaggio inclusivo evidenzia il dibattito più ampio sul ruolo del politicamente corretto nelle società odierne. L’obiettivo dell’EIGE rimane quello di promuovere un cambiamento nella comunicazione che rifletta una visione dell’Unione Europea come esempio di uguaglianza e inclusione. Ma i risultati sono patetici.
L’approccio dell’UE alla comunicazione sensibile al genere non è un fenomeno isolato, ma si inserisce in un movimento globale che si accanisce nel valorizzare la diversità sotto ogni aspetto, a spregio del ridicolo.
Franco Lodige, 29 gennaio 2024
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