Cronaca

Vietato l’urlo ‘Decima’ alla parata. Hanno vinto Murgia e Saviano

Alla festa del 2 giugno, per la prima volta, agli incursori del Comsubin della Marina è stato vietato lo storico grido. E loro gettano fiori

Saviano e Murgia parata 2 giugno Decima

Sulla confusione tra X e X-Mas, tra Decima militare e Decima fascista ci giocano in tanti da sinistra a destra, ci gioca anche il general Vannacci a caccia di voti ma una cosa è certa: quest’anno alla parata del 2 Giugno il saluto “Decima!” degli incursori subacquei del Consubin, che Cossiga immaginava alla salvezza di Moro prigioniero dei brigatisti ma poi vennero stoppati dagli americani, non si è sentito. Un silenzio che lascia il rumore del frusciare di coda di paglia: che l’ordine sia venuto direttamente dal governo, dal ministero della Difesa, per evitare grane, o sia maturato nel seno del Corpo, per la stessa ragione, non cambia poi molto: da qualcuno la decisione sarà pur stata presa, qualcuno ad alto livello, qualcuno che non voleva complicazioni. Così la sinistra fanatica e qualche sito sul gossipparo servile può dire: vedete allora che il saluto non era così innocente.

Insomma hanno vinto le Murgia e i Saviano con le loro morbosità fumose, pretestuose. Ma non è proprio che abbiano vinto i piccoli zdanoviani del regime da cui sperano di farsi candidare, ha vinto il sovraregime dei Mattarella e delle politiche condivise, intrecciate, opportunistiche. Il saluto ambiguo, fra tradizione militare e nostalgismo plumbeo, può non piacere, ma si faccia chiarezza e se lo proibisci, se fai sapere che nell’imminenza delle elezioni europee è meglio non sentirlo, tutto fai meno che chiarezza.

Sono curiose queste elezioni europee, più curiose del solito: è tutta una corsa a chi è più moderato e trasformista, dall’ortodossia piddina che non vuol mollare l’osso del potere affarista sovranazionale agli ex euroburocrati come Tajani che con la sua strategia neodemocristiana punta a superare Salvini e magari ad insidare la Meloni che anche lei si normalizza e ora alza i toni, ma per folkolore, ora li smorza. A fare gli impresentabili restano Salvini e Borghi che si è azzardato a dire l’ovvio e cioè che suona ben strano un presidente della Repubblica italiana che predichi la cessione di sovranità italiana in favore dell’ultrasovranità europea, e gli hanno riservato il trattamento che gli americani chiamano “character assassination”, uccidere il mostro, roba che solo al Fleximan che buttava giù gli autovelox che hanno fruttato allo Stato perennemente bollettaro e mascalzone 600 milioni in multe nello scorso anno, come dire una piccola finanziaria spartita fra gli 8000 comuni dalle Alpi a Capo Passero, perché l’Italia è una repubblica fondata sulle contravvenzioni. Però virtuose: “No, non è per fare cassa, come osate pensarlo, è per educare gli automobilisti”.

Lo Stato repressivo e paternalistico che ti obbliga ai 30 all’ora sapendo che è impossibile osservarli e quindi ti fulmina. C’è un villaggio nel Bolzanese dove i 120 abitanti hanno fruttato nel solo 2023 1 milione e mezzo di euro in multe, come dire che ciascuno viene sistematicamente stangato ogni giorno e più volte al giorno. La democrazia rappresentativa vagamente mignottesca, ma, fino a prova contraria, illibata.

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Nella concordia istituzionale di chi non vuole rogne, salta il saluto “Decima!” e non è che ci manchi in verità: è per ciò che sta dietro, per le vere ragioni che hanno portato al grido strozzato, soffocato e censurato. Ragioni di paglia che ricordano tanto le ragioni dei lockdown, della cassazione dei diritti fondamentali e costituzionali ieri adottata da tutti e oggi rimossa da tutti. Niente grane! Come ad ammettere che quel grido, che faceva scattare in piedi col segno di vittoria il vecchio irriducibile La Russa, era effettivamente sconveniente, che la matrice militare era un paravento per schermare quella nostalgica fascista.

A noi non pare, ogni corpo ha il suo saluto, fa parte della memoria e del folklore militare e dunque nazionale, queste sono polemiche demenziali che solo in Italia trovano una loro allucinata ragion d’essere; ma, se proprio dobbiamo prenderle per buone, allora non può non conseguirne una conseguenza logica e dunque politica inevitabile: posto che il saluto degli incursori marittimi “Decima!” è sconveniente, odora di fascismo, che il governo quell’odore non lo vuol più sentire, dando ragione ai Pinocchi della sinistra cialtronesca che stende il pugno chiuso e si ritiene libera di inneggiare ad Hamas come, all’occorrenza, alle vecchie nostalgiche Br, come si spiegano le pantomime social del parà in lancio su Bruxelles, “metti una decima, fai la X della Decima?”. Si spiegano e non si spiegano, come sempre si torna all’atellana, al dire e disdire, al non dire per dire, per alludere, si torna alla farsa, al vaudeville, alla pochade, Da Plauto a de la Halle a Edoardo Scarpetta, a Totò, fino, speriamo non si offenda, al general Vannacci che ci marcia, che vuol cambiare, anche lui, la Ue dall’interno ma sui vaccini a tappeto, sui coprifuoco irragionevoli e totalitari, da ripescare appena servirà, la pensa esattamente come la Ue dei tutti dentro, tutti nel gran gioco della politica tutto e il contrario di tutto, laica e bigotta, sociale e militare, sanitaria e finanziaria, tollerante ma repressiva, democratica ma paternalistica.

Max Del Papa, 4 giugno 2024

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