Vorrei dire la mia su quanto successo a Palermo, dove un gruppo di ragazzi è accusato di aver stuprato una loro amica. Per me è come se fosse la raffigurazione del male sceso in terra: non li vorrei nemmeno chiamare animali, perché gli animali sono molto più teneri e non si mettono a fare una cosa del genere in gruppo.
Prima cosa. A quell’età, intorno ai 20 anni, ci si dovrebbe divertire in maniera sana e si dovrebbe pensare al sesso come qualcosa di molto bello di quello che è poi successo. Bisogna essere chiari: non ci possono essere giustificazioni, farsi del tipo “era un momento giocoso”, “ma volevamo divertirci”, “ah ma lei era consenziente”. Non si può stuprare una ragazza in gruppo. Non esiste che ci sia qualcuno che ne discute nemmeno. Non bisogna discuterne.
Seconda cosa. Mi verrebbe da chiedere al giudice che ha scarcerato e mandato in comunità il ragazzo di 17 anni, per quale motivo l’abbia fatto. Basta il fatto che fosse minorenne a giustificare la sua scarcerazione a così poche ore dai fatti?
Terzo appunto. Possiamo parlare del fatto che i giovani dovrebbero avere un’educazione diversa, che la nostra famiglia dovrebbe infonderci dei principi diversi. Sono d’accordo. Ma se questo non avviene, allora io vorrei uno Stato che di fronte ad atti di violenza, di pedofilia, di violenza sessuale, di violenza sessuale di gruppo, di fronte ad atti così forti vorrei uno Stato che applica delle pene certe, veloci, dirette e magari anche definitive nei confronti di questi trogloditi.
Certo, anche io spero che negli anni ci evolveremo e ci saranno dei genitori che educheranno i ragazzi come dei principi e delle principesse, pronti a trattare bene il prossimo. Ma se ciò non avviene, noi dobbiamo avere uno Stato che almeno ci faccia capire che le pene sono certe, veloci e giuste, in modo tale che servano almeno da deterrente…
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