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Violenze, incendi e guerriglie urbane: Francia sull’orlo del baratro

Terza notte di violenze e proteste in Francia: ora non è neanche escluso lo stato di emergenza

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Continua a non fermarsi la rabbia dei francesi dopo la morte di un ragazzo 17enne, ucciso da un agente della polizia durante un controllo stradale. Ormai da tre notti, la Francia è investita da un’ondata di proteste che ha portato il presidente Emmanuel Macron a schierare addirittura 40mila poliziotti nelle strade delle città. Si contano numerosi saccheggi, devastazioni e coprifuoco.

Caos in Francia

Proprio pochi minuti fa, il numero uno dell’Eliseo ha dovuto lasciare d’urgenza il vertice dell’Unione Europea a Bruxelles prima della sua conclusione, annullando anche la sua conferenza stampa. Il tutto giustificato dalla necessità di tornare a Parigi e presiedere una riunione di crisi sui disordini che si stanno verificando in queste ultime 72 ore nel Paese.

Nel pomeriggio di ieri, circa 300 facinorosi hanno devastato il porto di Marsiglia, “saccheggiando negozi” e bruciando attrezzature urbane. Mentre a Lione, dove ieri nel quartiere di Villeurbanne è stato incendiato un palazzo, è stato inviato un elicottero del Raid, ovvero i reparti speciali antisommossa. Durante la notte appena passata, invece, l’epicentro delle proteste, si contano almeno 249 feriti tra gendarmi e forze dell’ordine, per un totale di 667 arrestati. Cifre da vera e propria guerriglia civile.

Non è un caso che a Nanterre, l’epicentro delle proteste, l’Eliseo abbia disposto di mettere in campo il nucleo antiterrorismo Bri con il veicolo corazzato, visto solo nel preoccupante biennio 2014-2015, relativo agli attentati terroristici di matrice islamista. E ancora, nell‘interland parigino, è stato disposto lo stop di autobus e tram dalle 21 di ieri, nonché si contano almeno 1.500 incendi appicciati nella capitale francese, 640 di cassonetti dati alle fiamme, 5 di materiale di cantieri e 21 di autobus.

Le reazioni del governo francese

In mattinata, è intervenuta anche la premier Borne, la quale non ha più escluso l’ipotesi della dichiarazione dello stato di emergenza, già ventilata dopo la seconda notte di violenze da numerose agenzie di stampa locali e riproposto anche da Rassemblement National, il partito di Marine Le Pen. “Tutte le ipotesi vengono prese in esame per ripristinare l’ordine repubblicano”, ha poi continuato Borne, sottolineando però come questo tipo di azioni siano “insopportabili ed ingiustificabili”.

Per approfondire:

Scontri tra facinorosi e polizia si sono poi verificati nelle prime ore della mattinata a Reims, dove un centinaio di soggetti con il passamontagna e vestiti di nero ha assaltato il commissariato delle forze dell’ordine, portando via le uniformi e dandosi poi alla fuga.

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Matteo Milanesi, 30 giugno 2023