Virgilio, studenti okkupano con papino e mammina: meglio i maranza

Che brutta fine: questi ragazzi tra dieci anni affermeranno di meritare un lavoro per il loro impegno sociale

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preside virgilio

Tiene banco il caso del liceo ginnasio Virgilio di Roma. L’istituto è stato infatti occupato nella notte tra giovedì e venerdì da circa 350 studenti per disegnare il profilo della scuola che vorrebbero, ma l’iniziativa ha diviso l’intera comunità scolastica. Ma l’evoluzione è diversa rispetto a quella delle altre scuole superiori capitoline: la preside Isabella Palagi ha annunciato sul registro elettronico di aver indetto una manifestazione davanti al palazzo della Prefettura “perché non venga tolta la libertà di entrare a chi vuole entrare e per sostegno alla preside”.

L’occupazione lede il diritto allo studio, è noto, soprattutto se non ha finalità significative e se stabilita da una minoranza. Il ministro Giuseppe Valditara ha espresso solidarietà alla preside, che ha puntato il dito contro quello che ha definito “un gesto unilaterale di chi non vuole dialogare”: “In questo momento la maggior parte degli studenti è a casa – riporta il Corriere – siamo riusciti a organizzare delle lezioni in succursale e in istituti vicini”. Ma questa è solo una parte dell’incredibile vicenda che riguarda il Virgilio.

Dopo aver ricevuto la notifica della comunicazione del sit-int, le chat dei genitori sono diventate roventi ed è emersa una divisione netta tra pro e contro. È dunque venuto alla luce un documento politico, scritto dagli studenti e sottoscritto da oltre 300 famiglie (su oltre mille), contro la dirigente e a favore dell’occupazione. Ma non è tutto: ieri, infatti, si è tenuta un’assemblea nella scuola per esprimere il sostegno ai ragazzi. E la cosa incredibile è la presenza dei genitori degli studenti che hanno occupato l’istituto.

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Ma come: i ragazzini duri e cazzuti che occupano il Virgilio e dormono con il sacco a pelo (magari di Louis Vuitton) hanno bisogno di mammina e di papino? Ma vi rendete conto? Una vicenda ridicola e patetica. I ragazzi occupano la scuola – a quanto pare – per rivendicare libertà e indipendenza, e ricevono l’applauso dei genitori che gli danno ragione. Fare i comunisti sì, ma con la mamma che ti prende per la manina e il paparino che ti dice quanto sei bravo e bello. Amore di papà!

“Che la vostra occupazione sia costruttiva. Siate aperti” le parole di un papà presente all’assemblea che ha visto protagonista il figlioletto. Che carino! Ben più protettivo il commento di un’altra mamma, che va dai topi alle Pec: “Questa scuola era un fiore all’occhiello ora è sparita da tutte le classifiche dei migliori licei di Roma. I ragazzi vengono a scuola tra topi e scarafaggi, non possono andare in bagno perché nei bagni mancano le porte. La preside si dice aperta al dialogo? Allora perché è trincerata dietro una porta blindata con il citofono e non risponde neanche alle Pec?”. Forse sia gli studenti che i genitori hanno dimenticato le basi di un’occupazione, che non viene fatta per ricevere gli applausi di mamma e papà ma per rivendicare qualcosa, possibilmente di qualcosa di sensato. Ma di fronte a queste scene patetiche viene quasi da lanciare una provocazione: “Viva i maranza”. Del resto viene facile immaginare il futuro: questi studenti tra dieci anni affermeranno di meritare un lavoro non per le capacità ma per il loro impegno sociale.

Franco Lodige, 3 dicembre 2024

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