Cronaca

Virus Congo, la farsa dei giornali. Un mistero che non c’è

La morte dell’italiano Andrea Poloni rientrato di recente da un viaggio in Congo ha alimentato il dibattito, ma dall’Africa sono arrivate indicazioni chiare

© Creativa Images e iyrinnote tramite Canva.com

Ipotesi, tesi, sparate.  Negli ultimi giorni si sono moltiplicate notizie e dichiarazioni sulla malattia registrata in Congo, per la precisione nella regione di Panzi. Come spesso accade, soprattutto nell’epoca post-pandemia da Covid-19, i toni sono stati allarmistici, con gli esperti pronti a fornire profezie di sventura di ogni tipo. Sia chiaro: purtroppo sono state registrate vittime e il nostro pensiero va ai loro cari. A partire dai familiari di Andrea Poloni, il 55enne residente a Treviso morto a causa di una febbre con emorragia.

L’uomo era rientrato di recente da un viaggio in Congo e purtroppo non ce l’ha fatta. Il caso è stato comunicato dall’Igiene pubblica della Asl Marca trevigiana e sono già iniziati gli approfondimenti per accertare l’origine della malattia, in collaborazione con l’ospedale Spallanzani di Roma. La Asl, d’accordo con il ministero alla Salute e l’Istituto superiore di sanità ha attivato misure di sanità pubblica, disponendo l’isolamento domiciliare dell’unico contatto noto della persona deceduta, la figlia. L’uomo non avrebbe avuto alcun contatto con personale sanitario né sarebbe mai andato in ospedale dall’insorgenza dei primi sintomi fino al loro peggioramento.

Gli accertamenti del caso sono necessari, è ovvio, ma attenzione alla gestione della comunicazione. Sì, perché purtroppo stiamo assistendo nuovamente a scenari di scarso buonsenso, molto vicini alla farsa. Giornali che continuano a parlare di “malattia misteriosa”, ma anche esperti che senza un minimo di cautela mettono sul tavolo anche ipotesi funeste, senza conoscere i dettagli della patologia. In realtà qualcosa lo sappiamo e non si tratta di un’informazione buttata lì a caso. Sì, perché il ministero della Salute della Repubblica Democratica del Congo ha reso noto che la malattia non è altro che una grave forma di malaria.

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La forma di malaria in questione si manifesta come malattia respiratoria. I sintomi sono sono mal di testa, tosse, febbre, difficoltà respiratorie, dolori muscolari, affaticamento e anemia. “La situazione a Panzi è quella di una grave malaria sotto forma di malattia respiratoria in una popolazione indebolita dalla malnutrizione. Dal 24 ottobre sono stati segnalati 592 casi di malattia, con un tasso di mortalità del 6,2%“, ha riferito il ministero citato dall’Acp. Parliamo di una comunità rurale situata a più di settecento chilometri dalla capitale Kinshasa, composta da comunità molto povere e con un’economia di sussistenza, ma soprattutto a basso tasso di igiene. Componenti che hanno permesso alla patologia di trasformarsi, con conseguenze mortali in alcuni casi.

Non una nuova malattia, né una patologia misteriosa. Nessun salto di specie, così come ipotizzato da alcuni professoroni. Una forma diversa di una malattia debellata in tantissimi Paesi al mondo, Italia compresa. Eppure c’è chi non si mette l’anima in pace. L’Organizzazione mondiale della sanità ieri ha affermato di non aver ancora determinato in modo definitivo la causa della ‘malattia x’ che sta circolando nella zona sanitaria di Panzi. Sono ancora in corso test di laboratorio, hanno precisato dall’Oms in una dichiarazione inviata via e-mail a Usa Today. Eppure la malaria era già sotto la lente degli esperti. Lo stesso Dg dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, aveva evidenziato che alcuni campioni prelevati in Congo da pazienti affetti dalla malattia misteriosa erano risultati positivi alla malaria. Ma non era stata esclusa la possibilità che questi pazienti soffrissero di più patologie contemporaneamente.

Non sappiamo cosa accadrà nei prossimi giorni, ma la speranza è quella di un ricorso al senno. I problemi non mancano, sarebbe tafazzistico continuare con certi presunti allarmi sanitari…

Franco Lodige, 18 dicembre 2024

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