Virus inglese si può dire, virus cinese no

4.9k 32
generica_porro_1-1200

Per mesi, chiunque ha utilizzato l’espressione “virus cinese”, è stato attaccato, accusato di razzismo, schernito, solo sottolineare l’origine del covid in Cina, era sufficiente per scatenare le virulente reazioni dei benpensanti. Basti pensare agli articoli della stampa liberal dopo le dichiarazioni del Presidente Trump che aveva parlato di “Chinese virus”. Invece di pretendere chiarezza dal governo cinese sulla gestione della pandemia, sui silenzi, i ritardi e i punti non ancora chiari, si è preferito puntare il dito contro chiunque ne sottolineasse l’origine.

La situazione sembra cambiata d’improvviso negli ultimi giorni con la scoperta di una nuova variante del covid che si è sviluppata in Inghilterra, in questo caso specificare l’origine del ceppo virale è diventato non solo corretto ma obbligatorio. Siamo arrivati al punto di leggere titoli di giornale in cui si parla di “virus inglese”, una definizione che lascia basiti, in particolare dopo i fiumi di parole spese per spiegare come non si possa accusare una singola nazione (la Cina) per la diffusione del virus, come la pandemia sia un problema globale e via dicendo, addirittura oggi un importante quotidiano italiano titola “Il virus inglese è già in Italia”.

Viene da chiedersi il motivo di una simile disparità di trattamento, a pensar male verrebbe da dire perché la Gran Bretagna è governata dal conservatore Boris Johnson e il fatto che in questi giorni sia in corso un braccio di ferro tra Uk e Ue sulla Brexit è una curiosa coincidenza temporale dell’accanimento contro la Gran Bretagna. Anche il nostro governo, ormai celebre per la lentezza nell’assumere decisioni e per la contrarietà a chiudere i collegamenti con la Cina nella prima fase della pandemia, è stato solerte nel sospendere i voli con l’Inghilterra.

Ciò non significa mettere in discussione l’esistenza di un ceppo diverso del covid (l’accusa di complottismo è ormai dietro l’angolo), quanto sottolineare l’incredibile disparità di trattamento tra Cina e Gran Bretagna dovuta a motivazioni di carattere meramente politico.

Francesco Giubilei, 21 dicembre 2020

Ti è piaciuto questo articolo? Leggi anche

Seguici sui nostri canali
Exit mobile version