“Virus nato da un laboratorio della Difesa”. Il Covid diventa un tormentone

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Riparte il tormentone sull’origine del coronavirus cinese. In un lunghissimo resoconto, il sito on-line di Repubblica, si occupa di un dettagliato articolo pubblicato dal Sunday Times di Londra, in cui, pur ammettendo di non aver trovato la cosiddetta pistola fumante, si sostiene che sia “sempre più probabile che il Coronavirus che ha scatenato la recente pandemia mondiale sia stato originato da un incidente di laboratorio nell’Istituto di virologia di Wuhan. Ovvero la città cinese dove, secondo la narrativa ufficiale, il virus avrebbe invece per la prima volta contagiato un gruppo di umani dal famigerato mercato del pesce.”

In estrema sintesi, nell’estenuante ricostruzione, piena ovviamente di congetture a causa della ermetica reticenza cinese a fornire notizie veritiere, si ribadiscono alcuni passaggi storici già noti al grande pubblico. Tra questi la compartecipazione statunitense al finanziamento dell’Istituto di virologia di Wuhan, soprattutto dopo i fatti dell’11 settembre, con lo scopo di contrastare eventuali attacchi batteriologici da parte gruppi terroristici. Compartecipazione successivamente ritirata allorché gli stessi Cinesi si rifiutano di condividere con i colleghi occidentali i risultati dei loro esperimenti. Inoltre, sottolinea il Sunday Times, queste controverse ricerche sono state dirette dalla misteriosa capo-scienziata 39enne Shi Zhengli, che verrà soprannominata “BatWoman” per il suo incessante lavoro sui pipistrelli nelle miniere e nelle caverne.

Dopodiché segue una lunga elencazione di tali esperimenti, che in alcuni casi, incrociando alcuni coronavirus, avrebbero determinato in ibrido più letale del 300%; mentre sui topi geneticamente modificati con polmoni simili agli umani ben il 75% di quelli infettati sarebbero morti.

Comunque sia, onde avvalorare ulteriormente la tesi della fuga dal laboratorio, sempre secondo il giornale londinese, “le autorità cinesi non avrebbero riportato tra l’altro la malattia e i malori di alcuni giovani ricercatori dell’istituto di Wuhan che nel novembre 2019 – un mese prima dell’allerta mondiale del Coronavirus – vengono ricoverati con sintomi simili al Covid. Uno dei loro parenti successivamente morirà.”

Ora, al di là della età e delle condizione di questo citato parente – un uccellino mi dice che non sarà stato in buone condizioni di salute già prima dello scoppio della pandemia – nella ricostruzione del Sunday Times mi sembra di scorgere una enorme contraddizione, soprattutto in relazione a ciò che oramai abbiamo acquisito con ferrea certezza il merito alla reale portata della pandemia di Covid-19.

In sostanza, se questi segretissimi esperimenti avessero prodotto virus simili a quello che provocò la catastrofica influenza spagnola, causando da 50 a 100 milioni di morti su una popolazione mondiale circa un quarto dell’attuale e colpendo prevalentemente i giovani, come mai su una platea di 8 miliardi di individui, come ricorda l’articolo di Repubblica, ci sono stati 7 milioni di decessi in tre anni?

Tant’è che in Europa già nella primavera del 1919, meno di un anno dopo la fase più acuta della pandemia, complice anche la fine della sanguinosa Prima guerra mondiale, nessuno ne parlava più, mentre ancora oggi, ad oltre tre anni dall’arrivo di un virus banale che ha sconvolto l’Occidente, si continua a discutere sulla vera natura di un agente patogeno che non ha mai rappresentato un serio problema per le persone in buona salute.

Probabilmente in buona parte del mondo avanzato, in cui sono state adottate misure di salvaguardia sanitaria assolutamente sproporzionate, con l’Italia di Conte, Speranza e Draghi a fare da apripista, si tende più o meno consapevolmente a focalizzare l’attenzione su questo ed altri aspetti che, personalmente, considero del tutto marginali. Sarebbe altresì interessante approfondire il perché una malattia grave solo per i soggetti particolarmente fragili abbia causato un simile terrore, determinando soprattutto da noi uno sconquasso sociale, psicologico ed economico che è lungi dall’essere stato sanato.

In questo senso l’idiozia virale che, a partire dall’Italia, ha contagiato i governi di mezzo mondo, in particolare quelli di stampo progressista, non penso proprio che sia sfuggita da un laboratorio. Trattasi sicuramente di una idiozia endogena.

Claudio Romiti, 13 giugno 2023

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