E su quella metà spesso si costruisce un’esistenza intera fino a che ci si trova, prima o poi, a fare i conti con sè: “Ora m’accorgo d’aver trascorso gran parte della mia vita non facendo né ciò che dovevo né ciò che mi piaceva”. Assecondare meccanicamente questo malsano disegno non riesce tuttavia a cancellare completamente un’innata disponibilità alla speranza che la quotidianità ci regala vestendola da imprevisti, indicazioni preziose per tirarci su e mordere la vita in un’avventura segnata da esperienze e incontri, da gioie e dolori distillati insieme.
Che cos’è che ci strappa dunque dal Nulla? Il qui e ora, vivere il presente. È questa la grande finestra sull’infinito che fa entrare aria nuova e respirare a pieni polmoni.
La relazione tra noi e il presente, quello che ci accade adesso, è un confronto tra i nostri sogni e il sì alla nostra realtà. In questo dialogo tra due mondi, quello interiore e quello esteriore si genera una conoscenza edificante, un’azione libera dai pregiudizi, si rinnova l’io, lasciando il posto alla vita e detronizzando il Nulla.
Fiorenza Cirillo, 29 novembre 2021