Seconda vittoria per il generale Roberto Vannacci. L’onorevole leghista, eletto all’Europarlamento, dopo la pubblicazione del suo libro “Il mondo al contrario” è stato preso di mira da procura militari e civili, sia per i contenuti del suo testo sia per presunte false rendicontazioni sulle spese di servizio durante la sua missione in Russia. Tutto da dimostrare, ovviamente. Ma intanto Vannacci incassa la prima soddisfazione legale: il Gip militare di Roma, infatti, ha archiviato le denunce presentate contro il libro.
Come noto, alla procura militare erano state presentate due denunce da parte del Sindacato dei Militari e dall’Associazione Tripla Difesa per istigazione all’odio razziale,a disobbedire alle leggi o a commettere reati. Tutto finito. Il gip le ha archiviate, fatta eccezione per una eventuale diffamazione relativa ad un soldato citato nel testo. In merito a questo caso, il giudica ha chiesto alla Procura militare di condurre altri quattro mesi di indagini. Esulta l’avvocato Giorgio Carta: “Prendiamo atto con soddisfazione della decisione del giudice e attendiamo l’esito delle ulteriori indagini disposte, nella convinzione che la parte del libro indicata non abbia contenuto diffamatorio, nemmeno per il militare individuato dall’ordinanza, che difatti non risulta aver mai sporto denuncia”.
Si tratta del secondo punto messo a segno dal generale che nei giorni scorsi aveva visto concludersi positivamente anche la vicenda sorta dopo la querela presentata da Paola Egonu. La pallavolista contestava un passaggio in particolare del Mondo al contrario, quello in cui Vannacci ne riconosceva la cittadinanza italiana per precisando che “è evidente che i suoi tratti somatici non rappresentano l’italianità”. Il Gip Alessandro del Torrione aveva definito la frase “inopportuna ma non denigrante”, archiviando il caso. “Non risulta tuttavia emergere un superamento del limite della continenza che possa dirsi indicativo della volontà, da parte dell’indagato, di offendere gratuitamente la reputazione, di denigrarla, di sminuirne il valore, di portare un attacco indebito alla persona”.
Come noto, il libro è nelle mani della procura ordinaria. A Roma il pm Erminio Amelio indaga per istigazione all’odio razziale. Sempre a Roma, il generale sarebbe indagato anche per “falso in atto pubblico”. Secondo quanto sostenuto dall’accusa, la moglie e la figlia del generale non erano a Mosca in quel periodo. E non è tutto. Riflettori accesi su rimborsi per eventi e cene che non sarebbero mai avvenuti. Piccola nota finale: non solo Vannacci non ha ancora ricevuto nessun atto ufficiale relativo a questa inchiesta, motivo per cui al momento il diretto interessato le considera “chiacchiere da bar”.
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