Cultura, tv e spettacoli

Viva Franco Califano, libertario anticomunista

A 11 anni dalla scomparsa Roma rende omaggio al suo cantautore con una piazza tutta sua

Franco Califano

Libertario, anticonformista e politicamente scorrettissimo. Artista scomodo e fuori dagli schemi, mai scontato, ma sempre coerente e fedele alle sue idee. Da sempre inviso alla sinistra comunista, tanto da pagarne spesso lo scotto, anche in termini artistici, fu amico di Bettino Craxi e poi sostenitore di Silvio Berlusconi. Lui stesso, quando gli fu chiesto quale fosse il suo orientamento politico, non esitò un attimo a definirsi un “liberale anticomunista”. E d’altronde, rileggendo i suoi testi non si può non cogliere l’amore autentico e viscerale che lui, passionale uomo “di borgata”, nutriva nei confronti di quella sua libertà, tanto cercata, difesa, cantata.

Oggi, nell’era del pensiero unico e della correttezza politica dilagante, il Califfo sarebbe con ogni probabilità etichettato quanto meno come sessista, misogino, patriarcale, e i suoi testi scatenerebbero di certo l’indignazione di femministe e paladini dei diritti civili, così progressisti e trasgressivi a parole, così animati da incontenibili slanci di bigottismo di ritorno nei fatti.

In realtà, piaccia o meno, Franco Califano è sempre stato avanti anni luce rispetto allo strampalato moralismo e all’ipocrisia tipici dell’attivismo femminista odierno, e, sebbene talvolta spregiudicato fino all’eccesso, il cantautore romano era pur sempre un inguaribile romantico che le donne le amava profondamente. Proprio come la sua libertà. Un valore inalienabile, il più importante in assoluto per un vero liberale come il Califfo, poeta sublime e disincantato, a tratti malinconico, amante della bellezza e della vita.

A undici anni dalla sua morte, la sua amatissima Roma gli ha reso omaggio con una piazza tutta sua, Piazza Franco Califano, e chissà che lui, non possa averlo vissuto questo momento, anche solo per cinque minuti, per poterlo poi raccontare, per poter assaporare qualche dannato attimo di quei pochi che davvero contano. Perché poi, si sa, tutto il resto è noia.

Salvatore Di Bartolo, 15 maggio 2024

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