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Viva il topo di Mancini

Da tifoso laziale dico: guai a cancellare sfottò e goliardia. Sono il sale del calcio

topo lazio mancini

Chi scrive è laziale, in sostanza uno di quei “ratti” sventolati nella bandiera biancoceleste da Gianluca Mancini. Dunque, dalla fogna in cui mi ritrovo, sono titolato a parlare per difendere il giocatore giallorosso. Che avrà pure fatto rodere il fegato a metà Roma. Sarà pure stato politicamente scorretto. Ma non ha ucciso nessuno.

Viviamo in un mondo in cui è considerato offensivo allattare un bambino e pure dichiarare che “il maschio è maschio” e “la femmina è femmina”. Dunque inutile stupirsi. Ma paventare punizioni esemplari per il calciatore romanista profuma di perbenismo di prima categoria. In fondo Paolo Di Canio esultò per ben due volte sotto la Curva Sud (ve lo ricordate, vero? Ancora godo) e, passata l’arrabbiatura, resta una di quelle pazzie da inserire negli annali del calcio. Momento storico. Lo stesso dicasi per Francesco Totti e quel suo gesto di “4 gol, stai zitto e vai a casa” (guarda tu il fato: a ricevere lo sberleffo fu proprio Igor Tudor, oggi allenatore della Lazio). Meglio sfottersi a vicenda che menarsi in campo o sugli spalti, no? Mancini non voleva offendere nessuno, è chiaro, e infatti non si capisce per quale motivo abbia chiesto scusa. Quello che accade in campo, resta in campo. E magari la prossima volta saranno i laziali a prendere in giro i romanisti: prima o poi la ruota gira.

Bisognerebbe ricominciare a prendersi un po’ meno sul serio. Una cosa è intonare “fascisti carogne, tornate nelle fogne” e magari cercare di pestarne uno solo perché considerato un neonazista (ogni riferimento a fatti o persone è puramente casuale). Un altro è prendersi in giro allo stadio. Se al calcio togliete la goliardia, perde di smalto. Già le partite sono noiose, senza slanci e di bassa qualità (questo passa il convento di una Serie A ormai fanalino di coda dei campionati europei). Almeno, non toglieteci lo sfottò.

Giuseppe De Lorenzo, 8 aprile 2024

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