Vivi soltanto la tua vita

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“Negli insegnamenti dell’ebraismo c’è un concetto che suona più o meno così: se non vivi la tua vita per te stesso, chi la vivrà al posto tuo? Vivi soltanto la tua vita”. (Da Il coraggio di non piacere di Kishimi e Koga)

Essere approvati pare essere un’esigenza naturale e fondamentale, ma, a pensarci bene, nel momento in cui ci rendiamo conto che gli unici chiamati a vivere la nostra vita siamo noi, la prospettiva cambia immediatamente. Sembra lapalissiano, ma questa semplice presa di coscienza ci sgrava da tante aspettative, nostre e altrui, al punto che tutto si condensa nel cercare di vivere una vita all’altezza del nostro cuore e stop, né più né meno.

Questa mentalità, tuttavia, può essere nostra se e solo se accogliamo sinceramente quello che siamo, senza scandalo, senza confronto con le vite degli altri; da qui nasce una forma peculiare di egoismo che si potrebbe addirittura definire altruista, perché, da una parte ci conduce ad agire liberamente, dall’altra, consci del fatto che questo compito di felicità è proprio di ogni uomo, ci educa al rispetto di tutti.

Le definizioni che ci siamo imposti allora si sgretolano e lasciano spazio a un’operosità buona, dinamica, cucita sartorialmente su di noi e che, nel suo esplicitarsi, crea inevitabilmente, perché, come direbbe il filosofo al giovane nel famoso libro di Kishimi e Koga, non siamo sassi: “Il sasso è inerme. Una volta che ha iniziato a rotolare, continua finché non si sottrae alle leggi naturali della gravità e dell’inerzia. Ma noi non siamo sassi, bensì esseri capaci di resistere all’inclinazione. Possiamo fermare il nostro sé in caduta e risalire la china. Dunque, vuoi continuare a rotolare per ricevere l’approvazione altrui? Vuoi logorarti come un sasso che rotola, fino a essere completamente levigato? Quando resta solo una pallina rotonda, si può affermare che sia il vero io? No”.

Se ci conformiamo alle aspettative degli altri infatti e diveniamo inerti, a un certo punto i nodi verranno al pettine e non potremo più far tacere il nostro io che ci grida che siamo carne e spirito; abbiamo dunque il compito di vivere per davvero e non di abituarci a vivere. Per svolgere il nostro personalissimo compito, possiamo iniziare da qualcosa e ognuno di noi sa intimamente di che cosa ha bisogno per essere, non dobbiamo iniziare tutti allo stesso modo, ma agire è pur sempre un ottimo punto di partenza per potersi guardare e comprendere. Ad esempio, incontrare nuove persone e mettersi in una relazione autentica provoca l’osservazione, la logica e il linguaggio; strumenti potentissimi che cambiano mente e cuore.

Si corrono dei bellissimi rischi quando ci si muove, anche quello di trovare delle corrispondenze, dei compagni di viaggio che ci testimoniano che tutta la realtà è tessuta di amicizia per l’uomo. Senza vergognarsi più della propria nudità, perché non c’è nulla da perdere, c’è solo da sentire con il cuore spalancato per godere di tutto.

Fiorenza Cirillo, 13 luglio 2023

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