Politica

Vivo in sedia a rotelle: vi spiego perché Vannacci non ha offeso noi disabili

Roberto Vannacci e i disabili

Chi scrive é affetto da “tetra Paresi spastica” prenatale ed è costretto per tutta la vita su una sedia a rotelle. Essendo rimasto orfano di entrambi i genitori, sono stato adottato dai miei nonni paterni. Nel suo primo libro, il Generale Roberto Vannacci dedica un capitolo alla cosiddetta “famiglia tradizionale” ed é proprio nel nucleo familiare che possiamo trovare i nostri primi alleati o i nostri primi avversari. Mia nonna, fortunatamente, mi ha spiegato subito la diagnosi che mi riguardava, non dicendomi che non potevo camminare, ma semplicemente che avrei camminato in un modo diverso. Mi diceva sempre che ero uguale agli altri, l’unica “differenza” era che i miei problemi si vedevano a occhio nudo, mentre quelli degli altri no, ma c’erano comunque.

La consapevolezza che mi è stata infusa dalla nonna mi ha permesso e mi permette tuttora di convivere serenamente con il mio handicap. A scuola non sono mai stato isolato o emarginato dai “normali”, sapevo benissimo che non potevo fare educazione fisica correndo a piedi, quindi io correvo sempre con la sedia a rotelle attirando l’invidia di qualche compagno sfaticato. Inoltre, sapevo di non poter fare educazione artistica come gli altri avendo problemi in tutta la parte sinistra del corpo e non sono mai stato un genio della matematica. Nonostante ciò nel 2005 ho coronato il sogno di laurearmi in Giurisprudenza a Urbino con un onorevole 90 su 110.

Leggi il confronto:

Dopo essermi trasferito nel 2011 nella vivibilissima Bergamo, ho sempre cercato di portare la mia energia positiva in politica per migliorare la condizione dei portatori di qualsiasi handicap. Prendendo esempio dalla giunta Veltroni avevo proposto, ad esempio, che ad occuparsi delle problematiche nostre fossero assistenti sociali handicappate, perché per capire le difficoltà quotidiane si deve vivere l’handicap, non studiare la retorica sui manuali scritti da normodotati.

Vannacci non offende alcun disabile in quanto se un disabile non paga il mutuo bancario o il canone di locazione gli viene ipotecata un’eventuale proprietà e viene sfrattato dopo qualche anno. Se viene denunciato, deve subire un processo come chiunque, ma questo è un aspetto marginale per tutta la nostra politica. Ecco perché condivido tout cort il pensiero sul pianeta handicap e condivido l’opinione di Alessia Morani sul fatto che la sua candidatura farà guadagnare qualche voto al Carroccio. Questo non significa dare per scontato che sia di sinistra.

Per concludere vorrei consigliare un metodo per comprendere e apprezzare il “Vannacci pensiero”: basta leggere contemporaneamente il suo primo libro e il libro di Wolter Block “Le ragioni della discriminazione”, libro che a me personalmente ha contribuito a considerare la discriminazione come una differenza positiva. Ringrazio Nicola Porro per l’opportunità di dar voce anche a chi spesso ne ha poca.

Joseph Cavallari, 2 maggio 2024

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