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Voci dal palazzo: “Così finirà il duello Conte-Renzi”

Finisce la conferenza stampa del presidente Consiglio, a Villa Madama, e il Senato si trasforma nel Bar Sport. Ore 14.15 di ieri, buvette di Palazzo Madama, a pochi passi dal Salone Garibaldi. Ognuno la spara, manco avesse davanti la schedina del totocalcio.

Una senatrice del Pd, assai ascoltata dai vertici da Nicola Zingaretti, sorseggia un caffè e profetizza: «A questo punto Renzi si accontenterà di un piccolo segnale». Non si direbbe. Risposta di un parlamentare, che è stato a lungo fra le fila renziane: «Matteo andrà fino in fondo. La crisi è già aperta…». Pochi metri più in là e c’è un senatore di centrodestra, annoverato fra i papabili “responsabili”, che parlotta con una serie di azzurri: «Mi sembra che ci sia in corso un braccio di ferro tra Renzi e Conte.

Il punto di caduta sarà un Conte ter perché entrambi devono cedere qualcosa e nessuno ha intenzione di tornare alle urne». Si blatera, si tratteggiano scenari per tutto il pomeriggio.

A un certo punto ecco i democristiani, che ancora imperversano in Parlamento. Tutti mobilitati per l’operazione “responsabili”. Clemente Mastella, Gianfranco Rotondi, Bruno Tabacci, insomma i tre moschettieri di Piazza del Gesù, si muovono con sobrietà diccì per far nascere un gruppo di contiani in Parlamento.

«I responsabili scattano perché ci sono ragioni politiche e soprattutto perché c’è il tentativo di tenere in piedi di legislatura. Ci ricordiamo che si andrà a votare con un terzo dei parlamentari?». Immancabile, infine, chi evoca il governo istituzionale: «Draghi? È lì immobile, ma perché si deve bruciare adesso?».

Insomma, come finirà? Grande caos al Bar Sport. Con una quasi certezza: «O Conte prende sul serio le richieste di Renzi oppure Matteo lascerà il governo e lo appoggerà dall’esterno. Così pian pian continuerà a logorarlo…».

Antonio Russo, 31 dicembre 2020

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