Sono passati pochi mesi e, incomprensibilmente, Greta Thunberg è scomparsa dai media. L’avevamo seguita attraverso l’Atlantico sul catamarano del Principe di Monaco a zero emissioni, poi nel suo viaggio trionfale attraverso gli Stati Uniti con l’apoteosi all’ONU, le eravamo stati vicini per i suoi problemi (tecnici) di come tornare in Svezia senza usare l’aereo. Poi, silenzio.
Io però non sono rimasto inattivo. Il recente appello di Massimo Cacciari, che avrà fatto infuriare gran parte degli hegeliani nostrani: “Se affrontiamo i problemi come Greta siamo fritti. Meglio stare in aula con gli scienziati”, l’ho trascurato. Per quello che vale (nulla), sul riscaldamento globale io ho deciso. Mi schiero con gli scienziati ai quali si ispira Greta Thumberg, portatori della teoria oggi dominante. Almeno su questo, per una volta nella vita non sarò minoranza della minoranza.
Questi scienziati considerano il nostro stile di vita il maggior responsabile del riscaldamento terrestre, ergo, dicono, dobbiamo abbattere il CO2 del 50% entro il 2030. Questi rappresentano la maggioranza assoluta degli studiosi del clima. Lo so, fino a ieri lo sostenevo pure io che la scienza non è come la boxe, ove si vince anche ai punti, qua la vittoria può essere solo per K.O. Infatti, secondo la scienza, una teoria è giusta o sbagliata, tertium non datur.
A titolo personale sono uscito dal limbo decisionale delle chiacchiere colte, e mi schiero, coraggiosamente, con Greta e con la teoria antropogenica, quindi mi comporterò di conseguenza. Vorrei, dopo l’outing, essere però esentato dalle ripetizioni stucchevoli dei rischi, basta sfilate, convegni, scioperi del venerdì. Di qui in avanti non parlatemi più di teorie, pretendo solo execution, costi quel che costi in termini di PIL e di qualità della vita. Quindi ONU, UE, Governo italiano mi impongano cosa devo fare in concreto per abbattere il CO2 del 50%. Per esempio, quale riduzioni fare sui voli aerei (kerosene) e del cibarsi di carne bovina (flatulenze delle vacche). Poiché il governo giallo-rosso è innamorato di Greta, chiudere Alitalia sarebbe cosa buona e giusta.
Non parlatemi però di “volontariato”. A fare come quelli che firmano ogni carta per poi bellamente disattenderla, io non ci sto. L’oscenità ignobile del satrapo Xi Jinping è inaccettabile: va a Parigi a firmare gli impegni sul clima, se ne vanta, poi torna a Pechino, e con la scusa del PIL, pianifica la costruzione di centrali elettriche a carbone (a carbone sic!) per una potenza di 148 gigawatt, pari alla capacità installata dell’intera Europa. Xi, basta con i suoi giochetti delle tre carte: cca nisciuno è fesso. E Xi non è solo, lo stesso fanno Angela, Emmanuel, Donald (forse il più onesto, si fa per dire, ma almeno lui non ha firmato con l’idea di non rispettare la firma). La politica sull’abbattimento del CO2 o è execution o non è.
Cara Greta, forse tu non lo sai, ma la sera stessa del tuo appello estivo urbi et orbi, la quasi totalità dei tuoi coetanei, conclusi i cortei, riposti i cartelli, si sono cibati dei soliti hamburger flatulenti, buttata la lattuga sono tornati a casa, hanno messo l’aria condizionata a tavoletta, e vai. Il giorno dopo molti sono volati a Londra spendendo 19 €. Non come te che ti arrabatti per tornare dall’America senza contribuire a produrre CO2.
Cara Greta torna in Europa, richiama i tuoi adepti, dì loro che i genitori e i nonni sono disposti a pagare un prezzo alto in termini di rinuncia a viaggi, aria condizionata, cibo. Ti assicuro che per chi è vissuto a “fassona o fiorentina” passare al “seitan” o peggio al vomitevole beverone “Soylent” sarà terribile, ma lo faremo. Loro però devono impegnarsi molto di più. Si invertino nuovi ruoli-responsabilità, siano loro di esempio a noi, perché saranno loro a vivere il loro futuro in assenza di CO2. Tutti vogliamo che il mondo sia pulito, ma loro per primi devono cambiare stile di vita (e se il PIL diminuisce, pazienza). Che bello sarebbe un mondo dove i giovani preservano il loro futuro facendo sacrifici e noi vecchi viviamo sereni, osservandoli con orgoglio. Un abbraccio affettuoso.
Riccardo Ruggeri, 30 novembre 2019