Per questo, anziché pensare a peggiorare o addirittura ad eliminare la cedolare per gli affitti abitativi, la politica dovrebbe impegnarsi per estenderla a quelli commerciali. I motivi sono noti, e aggravati dalla pandemia. Le imposte statali e locali (almeno 6: Irpef, addizionale regionale Irpef, addizionale comunale Irpef, Imu, imposta di registro, imposta di bollo) raggiungono un livello tale da erodere gran parte del canone di locazione, anche per via della ridicola deduzione Irpef per le spese, attualmente pari al 5% (!). Un onere che aumenta ulteriormente se alle tasse si aggiungono, appunto, le spese (di manutenzione, assicurative ecc.), alle quali il proprietario-locatore deve comunque far fronte, e l’eventuale indennità di avviamento (senza considerare il rischio morosità e quello di sfitto).
Giorgio Spaziani Testa, 29 marzo 2021
Ps Su chi, per contrastare la cedolare secca, usa l’argomento del “favorisce i ricchi”, non è il caso di soffermarsi. Questione di decenza.