A giudicare dai commenti che ha ricevuto sui social il suo post sulle occupazioni abusive di immobili (un migliaio fra Twitter a Facebook, il 99% dei quali a dir poco indignati), Roberta Lombardi, già deputato del Movimento 5 Stelle, ora consigliere della Regione Lazio e assessore “alla transizione ecologica e alla trasformazione digitale”, non ha avuto un’uscita tra le più felici.
Grillina pro occupazioni
Ma che cosa c’era scritto nel post in questione? Ecco il testo integrale, comprensivo dell’immancabile hashtag: “Aderisco all’appello contro l’art. 5 del Piano Casa di Renzi e Lupi che nega la residenza a chi vive in immobili occupati. Negare il diritto alla residenza significa negare diritti fondamentali come quello alla Salute o all’iscrizione anagrafica. Nessuno sia invisibile! #battiil5”.
L’articolo 5 è la norma del decreto-legge n. 47 del 2014 – varato, in effetti, quando Presidente del Consiglio era Matteo Renzi e su iniziativa dell’allora Ministro delle infrastrutture Maurizio Lupi – che stabilisce che “chiunque occupa abusivamente un immobile senza titolo non può chiedere la residenza né l’allacciamento a pubblici servizi in relazione all’immobile medesimo e gli atti emessi in violazione di tale divieto sono nulli a tutti gli effetti di legge”.
Pensate. In Italia, il livello di illegalità in materia di immobili è talmente diffuso che si è dovuto persino stabilire per legge quella che dovrebbe essere un’ovvietà, e cioè che chi occupa illegittimamente una casa – compiendo il reato punito (si fa per dire) dall’articolo 633 del Codice penale – non possa “legalizzare” tale presenza abusiva addirittura stabilendo la residenza anagrafica nell’immobile di proprietà di altri (che su quell’immobile continuano persino a pagare l’Imu) in cui si è entrati e si permane violando la legge.
Diritto di proprietà a rischio
Quando si parla di mattoni, però, in Italia le ovvietà diventano delle cose eccentriche: basti guardare le storie di “furti di case” che sta raccontando ogni settimana Mario Giordano nella sua trasmissione Fuori dal coro su Rete 4 o leggere i racconti delle vittime del blocco sfratti che si accumulano nel sito www.confedilizia.it.