La questione di giornata è la questione europea. In queste ore si sta discutendo se sia possibile o meno seguire la strada dell’Ursula-bis. Secondo il Giornale, infatti, la maggioranza, che è fatta da popolari, liberali e verdi, è scesa sotto quota 400. Per eleggere il presidente della Commissione bastano 361 voti, ma vanno considerati almeno un 10-15% di possibili franchi tiratori che ci sono sempre. Rispunta poi Enrico Letta come possibile presidente del Consiglio Europeo al posto di Michel. Il punto divertente è che oggi alcuni giornali di destra definiscono Letta come “il perdente che vince sempre”. In effetti, non riesco bene a capire che cosa abbia mai vinto Letta.
A proposito di Letta, il Corriere della Sera racconta in un suo retroscena che Letta, a differenza di quello che dicevo nella Zuppa di ieri, non verrebbe considerato come candidato italiano, bensì come candidato socialista. Il punto non è tanto avere o perdere la casella riservata agli italiani, ma il fatto che i socialisti preferirebbero Letta al posto di Costa.
Nel frattempo però Antonio Tajani, intervistato dalla Stampa, dice una cosa molto semplice: non si riesce a capire per quale motivo noi si debba tenere fuori dalla competizione e dall’alleanza Giorgia Meloni con i suoi 22 rappresentanti e si debbano mettere dentro la cinquantina di rappresentanti verdi che porterebbero chiaramente l’Europa in una direzione diversa rispetto a quello che gli elettori hanno indicato.
Nicola Porro, dalla Zuppa di Porro del 23 giugno 2024
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