Esteri

Vogliono sbattere in carcere Marine Le Pen

La richiesta della procura francese contro la leader di Rn, accusata di uso improprio dei fondi del Parlamento Europeo. Bardella: “Un attacco alla democrazia”

© MivPiv tramite Canva.com

Dal 30 settembre scorso, la leader dell’estrema destra francese Marine Le Pen è oggetto di un’inchiesta che rischia di compromettere la sua candidatura alle prossime elezioni francesi del 2027. Insieme a 25 membri del suo partito “Rassemblement National”, Le Pen è alla sbarra con l’accusa di appropriazione indebita di fondi europei.

L’indagine è stata aperta nel 2015 da una denuncia dell’allora presidente dell’europarlamento Martin Schulz che aveva scoperto un’enorme frode ai danni del Parlamento di Strasburgo. Tra il 2004 e il 2016, i responsabili del Front National prima e del Rassemblement National poi avrebbero usato i fondi europei per assumere e pagare assistenti che in realtà lavoravano per il partito a Parigi su dossier non legati a Strasburgo o Bruxelles.

Mercoledì scorso la Procura ha chiesto cinque anni di carcere, di cui due con sospensione della pena, una multa di 300mila euro e l’ineleggibilità per cinque anni contro Marine Le Pen e gli altri 24 imputati, dirigenti di partito, ex deputati ed ex assistenti parlamentari. La sentenza arriverà all’inizio del 2025 e se dovesse confermare il periodo di ineleggibilità Le Pen non potrebbe candidarsi per la quarta volta all’Eliseo: i pm hanno chiesto infatti che la sentenza, anche se solo di primo grado, abbia una “esecuzione provvisoria” in attesa dell’eventuale ricorso che dovessero presentare i legali dell’imputata.

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La leader di Rn è accusata di aver partecipato ad un vero e proprio “sistema strutturato e centralizzato”, portato avanti dai “successivi dirigenti del partito”, all’epoca sommerso dai debiti. Oltre a lei compariranno in tribunale anche Louis Aliot, attuale vicepresidente del RN oltre che figura “storica” del partito di estrema destra ed ex compagno di Marine Le Pen, l’ex numero due del FN Bruno Gollnisch e la nipote di Le Pen, Marion Maréchal.

Sfuggirà invece al processo Jean-Marie Le Pen, l’anziano fondatore del Front National che è stato parlamentare a Strasburgo tra il 1984 e il 2003 e poi di nuovo tra il 2004 e il 2019. A 96 anni, non comparirà in tribunale a causa del suo stato di salute molto precario. Il delfino Jordan Bardella, che ha preso le redini del partito di estrema destra nel 2021 e che è stato anche lui assistente di un europarlamentare RN per alcuni mesi nel 2015, non figura tra gli imputati.

Dall’inizio del processo, Marine Le Pen si è sempre dichiarata innocente, anche se le prove contro di lei sarebbero schiaccianti. Secondo un’inchiesta giornalistica del quotidiano Libération, gli inquirenti sarebbero in possesso di diverse mail e sms che proverebbero che alcune figure del Partito sono state remunerate come assistenti parlamentari ma lavoravano solo per il partito, cosa vietata dalle normative europee. È il caso, ad esempio, della guardia del corpo della famiglia Le Pen, Thierry Légier, che sarebbe stato pagato con fondi dell’Ue malgrado figurasse unicamente nell’organigramma del partito. Stesso discorso per Catherine Griset, oggi eurodeputata, che è stata remunerata come assistente al Parlamento Ue dal 2010 al 2016, mentre era assistente personale e poi direttrice di gabinetto di Marine Le Pen. In entrambi i casi, nessuno dei due avrebbe mai messo piede al Parlamento Europeo.

Dura la reazione di Marine Le Pen, che vede nella richiesta di ineleggibilità un’intenzione di fermare la sua ascesa politica: “L’unica cosa che interessava all’accusa era Marine Le Pen, per poter chiedere la sua esclusione dalla vita politica (…) e poi dal Rassemblement National, per poter rovinare il partito”.

Secca anche la risposta di Jordan Bardella che su X commenta: “L’accusa non cerca giustizia, ma vendetta contro Marine Le Pen. Le sue scandalose requisizioni mirano a privare milioni di francesi del loro voto nel 2027. È un attacco alla democrazia”.

Espressa vicinanza anche dal leader della Lega, Matteo Salvini, che sempre su X scrive “Richiesti 5 anni di carcere e l’ineleggibilità per Marine Le Pen. Anche in Francia provano in tutti in modi a fermare la volontà popolare e il democratico vento del cambiamento. A nome mio e di tutta la Lega, mando all’amica e alleata Marine tutto il nostro sostegno. Non mollare!”.

Cristina De Palma, 16 novembre 2024

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