Esteri

La guerra in Ucraina

Vola a Londra e bypassa l’Ue: cosa c’è dietro il tour di Zelensky

Il presidente ucraino Zelensky, dppo la visita a dicembre negli Usa, ha incontrato il primo ministro britannico Sunak a Londra

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È di poche ore fa l’arrivo del presidente Volodymyr Zelensky a Londra. Si tratta della seconda visita del leader ucraino fuori dai confini del proprio Paese, a partire dall’inizio della “operazione speciale” russa. La meta non risulta essere casuale. Dopo l’incontro con Joe Biden lo scorso dicembre a Washington, ora tocca al Regno Unito, ovvero il secondo alleato di Kiev nella sua resistenza contro Mosca.

La visita si pone a quasi un anno di distanza dal viaggio di Boris Johnson – allora primo ministro britannico – proprio nella capitale ucraina. Un segnale di fedeltà, quello da parte di Londra, la quale è stata e rimane tra le principali ed indiscusse fonti economiche e militari per l’esercito ucraino. Il tratto fortemente atlantista e pro-Kiev della Gran Bretagna, però, è proseguito anche con la brevissima parentesi di Liz Truss, oggi ereditato definitivamente del primo ministro Sunak. Non sono neanche casuali le prime parole del leader inglese. Downing Street, infatti, ha subito espresso la propria “fierezza” nell’ospitare il presidente Zelensky, che nel pomeriggio incontrerà anche Re Carlo, per poi salpare alla volta di Bruxelles, il cui arrivo è fissato per domani.

Il leader ucraino, comunque, sembra aver ottenuto ciò che voleva: negli ultimi minuti, infatti, Londra ha annunciato l’applicazione di nuove sanzioni contro gli armamenti russi. Lo ha già comunicato il ministro degli Esteri britannico, James Cleverly, specificando come i nuovi provvedimenti prendano di mira in particolare “sei entità che forniscono attrezzature militari come i droni usati nell’invasione russa dell’Ucraina”.

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Un intervento seguito poi dalle dichiarazioni di Sunak, che ha promesso l’invio di nuovi e ulteriori missili a lunga gittata, indicando come queste armi siano uno strumento di contrasto alla “capacità della Russia di colpire continuamente le infrastrutture civili dell’Ucraina”, nonché un aiuto “ad alleggerire la pressione sui fronti ucraini”.

Eppure, le tappe di Zelensky sembrano lanciare un chiaro messaggio all’Unione Europea. Nonostante il viaggio a Bruxelles sia fissato per domani, il leader ucraino ha dato precedenza agli Stati Uniti prima e al Regno Unito poi. Un ordine cronologico che metterebbe in linea quali sono le prerogative di Kiev, nei suoi rapporti di politica estera, e di come i vertici Ue passino in secondo piano rispetto all’alleato americano ed alla conservatrice Uk post-Brexit.

Pesano sicuramente due aspetti decisivi. Da una parte, l’incertezza dei giorni scorsi della Germania sull’invio dei tank Leopard, sbloccata solo con l’intervento degli americani, attraverso il via libera dei propri carri armati Abrams. Dall’altra, invece, gravano le incertezze Ue circa il continuo sostegno alla causa ucraina, di cui se ne è fatta portavoce in particolar modo l’Ungheria di Orban. Ed ecco che Kiev sembra aver disegnato un trittico ben delineato: Stati Uniti, Gran Bretagna ed infine Unione Europea.

Domani, Zelensky parlerà al Parlamento Europeo. Non è difficile prevedere quali saranno gli appelli del leader ucraino: nuove armi e nuovi mezzi militari per bloccare l’avanzata russa, che negli ultimi giorni sta proseguendo con successo, soprattutto nelle aree di Lugansk. Vedremo quale sarà anche la risposta del nostro continente, nonostante i vertici di Bruxelles abbiano cercato di smussare le critiche interne al partito del sostegno indeterminato alla causa di Kiev. Anche in questo caso, però, non è difficile prevedere la decisione, che con quasi ogni probabilità sarà la stessa di quella dell’altra parte della Manica e dell’Oceano Atlantico.

Matteo Milanesi, 8 febbraio 2023