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“Volevamo farlo fuori”. Lukashenko svela come ha fermato Prigozhin

Il racconto di Lukashenko sulla telefonata con il capo della Wagner. “Volevamo farlo fuori, ma…”

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Ormai è ufficiale: alle 6.40 di ieri, l’aereo privato di Prigozhin è arrivato all’aeroporto di Minsk, in Bielorussia, dove il capo della Wagner troverà esilio, dopo il tentato golpe di sabato scorso. Nella serata di ieri, è stato il leader della Bielorussia Lukashenko a raccontare come è andata la telefonata con Prigozhin, dopo che l’alleato di Putin è riuscito a bloccare le milizie mercenarie, evitando nei fatti la guerra civile.

Lukashenko – Prigozhin

“Ti schiacceranno come una pulce a metà strada”, aveva detto Lukashenko al numero uno del gruppo Wagner, durante l’occupazione dei siti militari e di un aeroporto della città di Rostov, uno dei punti nevralgici di Mosca per sostenere la guerra in Ucraina. E ancora, come riportato dall’agenza di stampa Beta, durante una cerimonia il dittatore bielorusso ha poi confessato di avere risposto duramente alle richieste di Prigozhin, il quale aveva più volte rimarcato di voler incontrare il ministro degli Esteri Shoigu ed il capo di Stato Maggiore Gerasimov: “Yevgeny, nessuno ti darà né Shoigu né Gerasimov. In particolare in questa situazione. Conosci Putin bene quanto me“.

La telefonata con Putin

Le richieste avevano portato il numero uno del Cremlino a parlare di “tradimento” sin dalle prime ore del tentativo di golpe della Wagner. Ma Lukashenko non si ferma, e racconta anche di aver ricevuto una chiamata di Putin verso le 10.10 di sabato. Il capo di Minsk ha affermato come Mosca fosse pronta ad attuare misure dure, fino ad arrivare all’eliminazione degli insorti. A quel punto, Lukashenko avrebbe suggerito prudenza, ponendosi in una funzione di mediatore. “Inutile – ha affermato Putin – non risponde al telefono, non vuole parlare con nessuno”. Alla risposta, il leader bielorusso ha detto che avrebbe provato lui a mettersi in contatto con Prigozhin.

Sempre secondo il racconto di Lukashenko, ruolo decisivo nella mediazione lo ha avuto il generale russo Yunus-Bek Yevkurov, insieme al direttore dei servizi dell’Fsb, Alexander Bortnikov. Nessun altro ha preso parte ai negoziati. La prima telefonata con Prigozhin è avvenuta verso le 11 di sabato. “Yevgeny era completamente euforico”, ha specificato il capo della Bielorussia, e per i primi 30 minuti “abbiamo parlato solo con parolacce: il numero di parolacce era dieci volte superiore a quelle normali”.

Matteo Milanesi, 28 giugno 2023