Cronaca

“Volevano lavarci col fuoco”. Ecco le armi del “corteo pacifico”: Mattarella, ci sei?

Gli ordigni incendiari intercettati dalla polizia a Milano. I sindacati: “Servono regole di ingaggio chiare”

Bombe carta

Dopo gli scontri di Firenze e Pisa, dopo gli attacchi della sinistra, dopo le parole di Sergio Mattarella e quelle del ministro Piantedosi, ieri a Milano si è svolto l’ennesimo corteo pro-Palestina. Oltre 15mila persone sono sfilate bloccato la città e provocando non pochi momenti di tensione, tra cui l’assalto ad un supermercato preso a sassate. Non solo. I “giovani” studenti, pacifici e difesi da Mattarella, hanno pure portato bombe incendiarie contro gli “sbirri”. Forse volevano lavare le divise delle forze dell’ordine. Col fuoco.

“Ieri a Milano si è svolta una grande manifestazione pro Palestina per Gaza – scrive sui social Pasquale Alessandro Griesi, coordinatore nazionale Reparti Mobili Fsp Polizia di Stato – Tra tanta gente per bene e rispettosa, non sono mancati i professionisti del disordine: hanno distrutto vetrine, vandalizzato muri e tra i tanti interventi effettuati ecco spuntare due bombe di alcool. A cosa potevano mai servire? Evidentemente a lavare con il fuoco gli ‘sbirri del manganello'”. La foto parla chiaro. Un’intera bottiglietta di alcol denaturato, infiammabile, attaccato ad un petardo. Per fortuna gli agenti sono riusciti a intercettarle prima che potessero essere utilizzate, evitando guai ben peggiori di una manganellata in testa. Che avrà da dire in merito Mattarella?

Secondo Griesi questa è la conseguenza di due giorni di delegittimazione delle forze dell’ordine ad opera della politica. Soprattutto di certa politica che sta mettendo in campo i soliti “giochetti politici”. “Ci hanno fatto passare per coloro che manganellano! Una vergogna inaudita – continua il sindacalista – Voglio ricordare e sfido chiunque a provare il contrario che non sono mai le forze dell’ordine ad attaccare i manifestanti, ma quegli attacchi arrivano da chi tenta di sfondare un cordone di uomini, una strada chiusa con accesso vietato, interdetta”. In fondo la legge parla chiaro: “La libertà di manifestare è sottoposta al rispetto delle norme: tutti che i cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente, ma senza armi. Se vogliono, i politici possono cambiare le regole in Parlamento ma evitassero di aizzare le piazze”.

Che poi una soluzione ci sarebbe. Utile ad evitare tutte le polemiche di questi giorni. “Oggi più che mai abbiamo bisogno di regole d’ingaggio – conclude Griesi – nelle manifestazioni deve essere tenuta una distanza (area cuscinetto) tra i manifestanti e le forze di polizia, regolata dalla legge con ovvie e giuste conseguenze per chi non la rispetta, solo così si potranno evitare scontri di qualsiasi tipo”. A quel punto, ma solo dopo aver definito le regole di ingaggio precise, si potranno inserire i codici identificativi sulle divise come richiesto da Magistratura Democratica e dalla sinistra tutta. Che magari potrebbe spendere due paroline per condannare chi porta bombe incendiarie a cortei “per la pace”.

Franco Lodige, 25 febbraio 2024

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