Come al crollo di Forza Italia fece seguito il Nuovo Centro Destra, così nella dissoluzione del M5S, Luigi Di Maio prende il posto di Angelino Alfano e si fa carico dell’eterno capitolo trasformista: un Nuovo Centro Di Maio a disposizione delle alchimie centriste.
Certe operazioni non si fanno mai da soli e, infatti, per tramite di fidati sodali, il Ministro degli Esteri ha dato il via alle telefonate. Sondaggi, verifiche, interlocuzioni con l’obiettivo di strutturarsi in una formazione politica che faccia da sostegno oggi al governo Draghi e domani – a prescindere dai risultati elettorali – a un esecutivo di responsabilità nazionale che sia europeista e, va da sé, atlantista. Il suo scopo è assicurarsi l’adesione di almeno 70 parlamentari.
Realisticamente ne avrà forse 50, considerato che molti tra loro sono alla prima legislatura e dunque già garantiti dal regolamento sul vincolo dei mandato di cui Giuseppe Conte, leader del M5S, è custode e garante. Anche se i giovani deputati al primo giro a Montecitorio fanno marameo a Di Maio: “Non arriveranno nemmeno a 20”.
Antonio Russo, 21 giugno 2022