Politica

Zaki censurato e poi confermato: perché il Salone fa bene a non boicottarlo

Prima cancellato, poi confermato: è caos intorno alla presentazione a Torino del nuovo libro di Patrick Zaki

© Ladiras e inkdrop tramite Canva.com

Dalle colonne di questo sito, la posizione sulla guerra tra Israele e Hamas è sempre stata chiara. Da una parte, abbiamo l’unico Stato democratico del Medio Oriente; dall’altra, un’organizzazione terroristica nata nel 1987, arrivata alla ribalta dopo il trionfo alle elezioni palestinesi del 2006. Due schieramenti che, in Italia, abbiamo ben conosciuto nel corso degli anni, dove però l’intellighenzia non ha mai offerto un sostegno ferreo verso la causa di Tel Aviv; bensì un chiaro supporto a favore della resistenza palestinese.

Il libro di Zaki

Per ultimo, l’ultimo esempio di questo filone è stato l’attivista Patrick Zaki pochi giorni fa, dopo la pubblicazione sul suo profilo X di un tweet pro-Palestina, in cui definiva il leader israeliano, Benjamin Netanyahu: “Un serial killer”. Nessuna parola su Hamas, nessuna parola sull’invasione in Terra Santa, nessuna parola sulla strage dei 40 bambini nel Kibbutz. Ed il centrodestra è partito all’attacco, in particolare Fratelli d’Italia, la quale ha chiesto con forza di annullare l’evento a Torino, dove Zaki avrebbe dovuto presentare il suo libro avente ad oggetto la sua esperienza nelle carceri egiziane, in collaborazione con la casa editrice La nave di Teseo ed il Salone del Libro, nell’ambito delle iniziative “Aspettando il Salone”.

Una richiesta che all’inizio è stata respinta , visto che il Sermig – che avrebbe dovuto originariamente ospitare l’incontro all’Arsenale della Pace – ha deciso di farsi da parte. Dopo poche ore, Salone e casa editrice hanno esplicitato la loro contrarietà: l’incontro si deve fare. E sarà il club Hiroshima Mon Amour di Torino ad ospitare la presentazione del nuovo volume.

Per approfondire:

La polemica

Si badi bene: qualsiasi tentativo di censura o di imbavagliamento, nei confronti di qualsiasi scrittore, attivista, politico o giornalista, troverà sempre la contrarietà di chi scrive sulle colonne di questo sito. Non possiamo dire di essere i principali supporter di Zaki. Anzi, più volte lo abbiamo criticato: dal rifiuto del volo di Stato (alludendo implicitamente alla volontà di non ringraziare il governo Meloni per il lavoro diplomatico svolto per la sua liberazione) fino al tweet contro Israele di pochi giorni fa. Eppure, qui c’è da difendere un principio e non la singola persona: la libertà di parola prima e sopra tutto.

Una frecciata, però, la dobbiamo lanciare nei confronti del Salone del Libro. Se questa volta (giustamente!) si è imposto in modo esplicito a favore della presentazione del libro di Patrick Zaki, ben più flessibile (se così possiamo dire) è stato in occasione delle critiche rivolte al ministro per le Pari Opportunità e Famiglia, Emilia Maria Roccella, al centro delle contestazioni – che bloccarono l’evento – di un gruppo di attiviste di Extinction Rebellion e Non una di meno, proprio in occasione dell’edizione del Salone del Libro dello scorso marzo.

In quell’occasione, il direttore del Salone, Nicola Lagioia, si limitò a parlare di “gioco democratico”. Anzi, “la la democrazia contiene anche la contestazione, per cui non perdiamo questa occasione di dialogo”. Insomma, una linea ben più soft rispetto a quella di queste ultime ore, che sembra alludere ad un processo di doppiopesismo politico più volte applicato in Italia.

In definitiva: bene la difesa della presentazione del libro di Patrick Zaki; ma per favore, la prossima volta si prenda una posizione netta anche nei confronti di chi ostacola il libero esercizio di espressione. Perché bloccare un incontro, pure in presenza di un rappresentante del governo, al solo scopo di sabotarlo, non rientra nel “gioco democratico” di cui Lagioia parlava.

Matteo Milanesi, 12 ottobre 2023