Dietro Fabio Fazio c’è il Pd, dietro Zaki c’è il Pd, dietro il Pd c’è l’antisemitismo moderno di stampo marxista, mai estinto, capitolo fondativo del manuale ideologico di famiglia. Sono stato facilissimo profeta nei giorni scorsi sul mio sito “il Faro” dove commento l’attualità nel modo meno rispettoso possibile: Fazio ha congelato l’egiziano, riscattato a spese nostre e senza alcuna necessità, perché non era il momento, per proteggere quel tipo insulso ma soprattutto se stesso; ma aspettate una settimana e vedrete cosa sarà capace di tirare fuori. È passata una settimana, Fazio l’ha tolto dalla ghiacciaia, ed è venuto fuori, ma guarda, che loro stanno “con Gaza”, cioè, piaccia o non piaccia, con Hamas; stanno “con la Palestina”, cioè ancora con Hamas; stanno “con la pace”, cioè sempre con Hamas. Piantiamola di grufolare nella falsa complessità che piace tanto a qualche commentatore il quale sta pure lui con Hamas, così come sta con Putin, ma senza le palle di ammetterlo. Qualche? Sono tanti, nella complessità non sapresti più dire se di destra o sinistra, certamente delle estreme, ammantate di democrazia, e stanno lì. Dietro Hamas c’è (anche) Putin, lo sanno e filosofeggiano di conseguenza. Zaki va di grana e di pancia, non ha sottigliezze nel suo corredo genetico, del resto non si è mai scomodato ad imparare due parole d’italiano, tranne forse “Grazie Schlein, grazie Pd”. Dimmi tre parole, che ti mando a Bruxelles.
Il Pd manovra, preoccupato come al solito dell’escalation: dei grillini filo-Hamas, mica quella in Medio Oriente, di quella se ne fotte e magari gli sta anche bene: a Milano, in via Padova, Molenbeek meneghina, i palestinesi, di quelli coi quali Fazio e Zaki stanno senza se e senza ma, hanno inneggiato al nuovo Olocausto, alla eliminazione di Israele, c’erano anche comunisti, brigatisti, balordi dei centri sociali, delle scuole italiane, delle università milanesi, e dal Pd neanche un fiato: si fa diventare Anna Frank una palestinese da murale, poi, quando fa comodo, si agita Liliana Segre, la piddina che del resto si presta con invidiabile energia a questo ambiguo e non incoraggiante gioco. E “stare con Gaza” non consente margini di interpretazione. Gaza è metonimia, ci stanno solo palestinesi, è allegoria, vuol dire guerra santa. A Gaza comanda Hamas. E Hamas per statuto vuole l’Olocausto: prima si cancella Israele dal mappamondo, è meglio si sta tutti.
Ora, non è vero, come si suole ripetere, che in democrazia ciascuno è e deve essere libero di fare e di dire quello che vuole. Eh, no, non è così facile, si dimentica sempre di aggiungere una postilla: la libertà implica responsabilità. E la responsabilità non ha a che fare con nessuna censura, anzi. Semplicemente, uno dice, fa, pubblica, stampa, produce, ospita quello che vuole – deve poterlo fare – ma poi, se non dispiace, se ne assume le conseguenze: non tanto col pubblico o col partito: con se stesso, con la propria coscienza. E quella della coscienza è una faccenda complicata, maledetta, può restare sommessa o anche dormiente per anni, per tutta una vita, ma alla fine torna a bruciare, a urlare, chiama, chiede conto. Anche ai multimilionari che giocano a fare i comunisti, giocano all’intifada restando alla finestra di un salottino televisivo. Anche guardare, anche scegliere chi e cosa seguire ha a che fare con la coscienza. Voi guardate un programma e, in ossequio alla “complessità”, che è solo ipocrisia da farisei, vi trovate dalla parte “della pace” ossia di chi scatena i missili sui civili, sui malati, poi dà la colpa ai malati per poterne tirare degli altri, di missili. Questo nel salottino perbenista non viene detto, ma c’è, e anche questo la coscienza lo sa. Ma adesso perculiamo Giambruno, l’abominio, che a noi morali, noi compagni, sta in disprezzo molto più di Corona, molto più di uno stragista islamista, che è il paradigma di quelli che “stanno con Israele”.
Max Del Papa, 23 ottobre 2023