“Non permetteremo che la questione palestinese sia liquidata, e ciò che sta accadendo a Gaza non è un’azione militare contro Hamas, bensì dei tentativi di deportare i residenti della Striscia di Gaza fuori da Gaza”. L’ha affermato il presidente egiziano, Al Sisi. E queste parole, pronunciate da lui, non ci meravigliano.
Quello che ci stupisce è che uno dei like alla sua dichiarazione, rilanciata su X dal reporter Younis Tirawi, all’indomani dell’attacco all’ospedale che prove pressoché inoppugnabili collegano ai terroristi, arrivi da Patrick Zaki. Ovvero, l’uomo che il regime di Al Sisi ha fatto sbattere in prigione in quanto “minaccia alla sicurezza nazionale” – in realtà perché appartenente alla minoranza copta e difensore dei diritti umani.
Egyptian President Al-Sisi:
“We will not allow the Palestinian issue to be liquidated, and what is happening in Gaza is not a military action against Hamas, but rather attempts to displace residents of the Gaza Strip out of Gaza.”
— Younis Tirawi | يونس (@ytirawi) October 18, 2023
Così, una volta di più, la guerra diventa tragico segno di contraddizione, che svela i cuori delle persone. Anche quelli di chi era stato trasformato in un’iconcina buonista, costruita a pennello per animare i salotti progressisti, dove raccontare “Sogni e illusioni di libertà. La mia storia”, come da titolo dell’ultimo libro dell’esperto in “gender studies”.
In questi giorni, l’uomo che, una volta liberato in Egitto grazie alla mediazione del governo italiano, ha rifiutato un volo di Stato per essere “indipendente” e “trasparente”, si è fatto notare per le uscite alquanto creative sul conflitto in Medio Oriente. A poche ore dall’attentato di Hamas, il paladino dei diritti umani aveva definito un “serial killer” il presidente israeliano, Benjamin Netanyahu. E i maliziosi ci avevano letto un sottinteso: questi ebrei se la sono proprio cercata. Dopo, non pago, proprio nei minuti in cui un tunisino radicalizzato trucidava due svedesi a Bruxelles, Zaki aveva spiegato che bisogna “capire le ragioni” del terrorismo.
Con il “mi piace” alle frasi del suo ex aguzzino, che striglia Israele, l’imbarazzante eroe della sinistra à la Fazio avrà messo in pratica un antico precetto cristiano: perdona il tuo nemico. Specie se è nemico del tuo nemico…
Nicola Porro, 18 ottobre 2023