Doveva essere quello indipendente, l’attivista per i diritti umani senza bandiera politica. Insomma, una Apostolico 2.0, quando poche settimane fa La Repubblica la presentava come un cane sciolto, svincolata da qualsiasi corrente. E invece abbiamo visto come è andata a finire: prima in corteo contro i decreti di Matteo Salvini, poi nelle manifestazioni pro-migranti di estrema sinistra con il marito.
Zaki “l’indipendente”
La stessa cosa è avvenuta con Patrick Zaki. Dopo il lavoro diplomatico svolto dal governo Meloni per liberarlo, l’attivista ha deciso di rifiutare il volo di Stato. Assolutamente legittimo, non discutiamo questo. Eppure, quella scelta aveva giù un significato implicito: quello di non voler avere nulla a che fare, né di ringraziare un esecutivo di destra, nonostante gli avesse letteralmente salvato la vita.
In queste ultime ore, come se non bastasse, la polemica si è riaccesa. Il tweet contro Israele e Netanyahu – dove quest’ultimo veniva descritto come un “serial killer” – ha delineato il tratto filo-palestinese di Zaki. La cosa più grave, però, è l’assordante silenzio intorno ad Hamas, complice poche ore prima dell’invasione contro Tel Aviv e la presa in ostaggio di un centinaio di civili. Insomma, è la classica formula dei due pesi e delle due misure, che ora ha trovato un altro profilo di “Zaki l’indipendente”.
In piazza contro il governo
Era sabato, quando l’attivista ha partecipato alla manifestazione in Piazza Maggiore, a Bologna, contro l’apertura di un Cpr. Zaki è stato immortalato da immagini e video, che lo rappresentano a braccetto coi migranti, denunciando le “pessime condizioni” nei centri di permanenza dei rimpatri. In 700 hanno partecipato alla manifestazione, tra cui la stessa moglie dell’attivista, addirittura in prima fila a sorreggere lo striscione: “No Cpr, chiudiamo le carceri per migranti“. Insomma, una denuncia netta contro la politica migratoria che sta attuando Palazzo Chigi, ormai preso d’assalto non solo dai colpi bassi dei giudici, volti a disapplicare la normativa appellandosi a quella comunitaria, ma anche da flussi di nuovi arrivati che non sembrano voler terminare.
A partire da ieri sera, a Lampedusa si sono registrati otto sbarchi, per un totale di 386 immigrati. Nell’arco delle 24 ore precedenti, per un totale di 14 approdi, sono giunti più di 500 rifugiati sulle coste italiane. Nell’hotspot di contrada Imbriacola, ci sono circa 800 stranieri, grazie al trasferimento di 303 migranti verso Porto Empedocle, disposto dalla Procura di Agrigento. Rimane chiaro, quindi, come la situazione sia ancora allarmante. Eppure, all’indipendente Zaki tutto ciò non interessa: è il nuovo profeta degli Stati senza confini, dei porti sempre aperti, dell’immigrazione indiscriminata. Insomma, è il nuovo paladino della sinistra. Ma attenzione: pur sempre rimanendo “indipendente”.
Matteo Milanesi, 16 ottobre 2023