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Zangrillo e Silvestri: è il tempo dell’ottimismo scientifico

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Qualche riflessione personale sul cluster del San Raffaele Pisana: 42 tamponi positivi asintomatici, nessuna complicanza polmonare o di altro tipo. Dati molto forti che vanno nella direzione di quanto affermato dal primario Alberto Zangrillo e documentato dallo studio di Clementi.

Qualche riflessione sulle pillole di ottimismo del professor Silvestri dell’Università di Atlanta: lunedì 8 giugno era il giorno in cui avremmo dovuto avere 151 mila persone in terapia intensiva se avessimo riaperto tutto. In realtà ce ne sono circa 280. Questi dati devono far riflettere sulla attendibilità dei modelli matematici in generale e soprattutto quando le premesse sono palesemente sbagliate e quindi essere prudenti nell’utilizzarli per scelte politiche come ad esempio la fine del lockdown e la riapertura delle scuole.

La considerazione più importante è stata quella sulla omoplasia, ovvero sul fenomeno per cui il virus muta in modo “indipendentemente simile” in aree geografiche diverse ed in tempi diversi come è avvenuto prima in Asia, poi in Europa adesso in Nord America e si presume che avverrà anche in Sudamerica. Ciò provoca una evidenza scientifica indiretta ma solidissima, a suo giudizio, a favore dell’ipotesi di un rapido, progressivo e convergente adattamento del virus all’ospite umano, in poche parole ad una ridotta patogenicità del virus. La fonte è molto attendibile, uno scienziato italiano emigrato negli Usa, la cui autorità è riconosciuta in tutto il mondo ed cui io, nel mio piccolo credo fermamente.

È giusto mantenere alta la guardia e farci trovare preparati per una possibile ma, a questo punto, improbabile seconda ondata (almeno nella forma in cui l’abbiamo conosciuta a marzo-aprile), ma occorre ricominciare a vivere normalmente cercando di superare le idiozie imposte dal comitato tecnico scientifico, questa è la mia opinione.

Fabrizio Lucherini, 10 giugno 2020
virtusveritas.it