Le forze militari russe e i vertici del gruppo Wagner lo hanno ormai annunciato: la controffensiva ucraina, già annunciata per questa primavera anche dagli americani, inizierà entro il 15 maggio, dopo un lungo inverno in cui la Russia è riuscita a mantenere le proprie linee lungo la parte est del Paese. L’ultima controffensiva di Kiev risale allo scorso agosto, quando la resistenza liberò buona parte della regione di Kherson, avvicinandosi sempre più alla penisola di Crimea, sotto il controllo di Mosca ormai dal 2014.
Se però, durante il corso del primo anno di conflitto, l’obiettivo del governo Zelensky è stato sempre quello di riacquisire parti del territorio totale controllato dai russi, senza quindi lanciare un’offensiva a tutto campo; questa volta, invece, i vertici di Kiev sarebbero intenzionati a riconquistare tutte le aree perdute, non solo quelle a partire dal 24 febbraio 2022, bensì dal 2014, e quindi anche la Crimea.
La palla ora passa all’alleanza atlantica, che dovrà decidere se appoggiare fino in fondo la causa ucraina, visto che in caso di invasione della penisola, Putin ha più volte ribadito che si tratterebbe di un attacco diretto alla Russia con armi occidentali, la linea rossa che la Nato non deve superare affinché il conflitto non si estenda a livello mondiale.
Ad annunciare il nuovo obiettivo, comunque, è stato direttamente il presidente Zelensky, in un’intervista all’emittente pubblica finlandese Yle. Il tutto, però, dipenderà dalle forniture e dall’invio di armi da parte degli Stati atlantici. In particolare, buona aviazione e missili a lungo raggio. Nel frattempo, la penisola è stata oggetto di diversi attacchi in queste ultime ore. Nella città di Sebastopoli, per esempio, un tank di carburante è andato in fiamme ieri notte a causa di un probabile attacco di un drone ucraino, con le fiamme che si sono estese a un’area di mille metri quadrati.
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Si tratta di uno dei tanti attacchi a sorpresa di Kiev, che ha portato i russi a sospendere addirittura la parata militare del prossimo 9 maggio. Nei giorni scorsi, inoltre, il Servizio di sicurezza federale ha dichiarato di aver sventato un attacco dinamitardo all’ospedale navale della capitale della Crimea, la città di Simferopoli.
Le dichiarazioni di Zelensky arrivano dopo il colloquio telefonico con il presidente cinese Xi Jinping, poche settimane fa alla corte di Putin per quello che starebbe per diventare il nuovo asse geopolitico in chiave anti-occidentale. Il presidente ucraino ha sottolineato di aver richiesto al dittatore comunista di riconoscere l’integrità ucraina nata dalle ceneri dell’Unione Sovietica. Ovvero quella comprensiva di Crimea e Donbass. In tale ambito, Xi avrebbe rassicurato Zelensky di non voler fornire alcune armi a sostegno della Federazione Russa. “L’Ucraina vorrebbe che tutti gli Stati comprendessero i rischi di fornire qualsiasi tipo di arma a Mosca – ha ribadito il leader ucraino – ma ho sentito una risposta positiva in questo senso”.