“Ancora tu – non mi sorprende lo sai – ancora tu – ma non dovevamo vederci più? Ma non la dovevi smetterla con queste vignette idiote da quattro soldi? Domanda inutile, sei sempre il solito e alla fine mi scappa pure da ridere”. Questo testo, sulla falsariga di una canzone di Battisti-Mogol, ben si adatta alla situazione visto che l’ultima volta che una vignetta di Vauro ha attirato la mia attenzione è stato nel lontano 2008 e si trattava della famosa “Mostri elettorali” con il sottotitolo “Fiamma Frankestein”. Chiaro attacco a Fiamma Nirenstein che all’epoca si candidò alle elezioni politiche con il Popolo delle Libertà fra le file di Forza Italia.
Il solito vizietto di Vauro
Allora il pupazzo, o meglio la pupazza, aveva le scarpe grosse e sul vestito, a mo’ di pezza, oltre al simbolo del partito c’erano lo scudo di David, l’immancabile fascio littorio e, naturalmente, il naso adunco tipico di chi vuole ridicolizzare gli ebrei. Andazzo questo che nei secoli è stato sempre adottato da tutti coloro che dovevano in qualche modo mettere alla berlina il popolo di Israele.
Anche Vauro, comunista duro e puro, non disdegna l’uso di questo particolare nonostante nel passato sia stato usato nel periodo fascista in Italia e nazista in Germania, con le conseguenze che tutti conosciamo. Basta guardare molte delle vignette da lui disegnate e che trattavano di ebrei o di Israele per ritrovare quel tipo di naso nonostante il suo passato, quello del naso, nazifascista. Se sapessi disegnare farei io stesso una vignetta che raffigura Vauro al lavoro mentre si tappa il suo naso e, nella fattispecie, gli farei un bel nasino all’insù alla francese con la speranza che in Francia nessuno abbia da ridire.
Zelensky col naso pronunciato
Anche la recente vignetta su Putin e Zelensky, con quest’ultimo che ha il solito naso pronunciato, ha fatto infuriare diverse organizzazioni ebraiche italiane secondo le quali il rappresentare gli ebrei con il naso adunco è lo stesso identico stile usato a suo tempo dalla “Difesa della Razza”. Infuriarsi e polemizzare non solo è inutile, ma anche dannoso. Inutile perché nel momento in cui si protesta la vignetta ha già fatto il giro del mondo, dannoso perché gli si dà un’ulteriore pubblicità gratuita e, nell’onda della polemica, anche chi non l’ha vista la va a cercare.