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Zelensky, inno al presidente che lotta per la libertà - Seconda parte

Il presidente ucraino continua a resistere incitando i suoi a difendersi e gli europei a sostenerli

Ancora il filosofo sulla paura della morte: “Nelle società tradizionali si affrontava e si dominava quel timore attraverso due grandi rielaborazioni mitiche e sacrali: la visione eroica della vita e la visione religiosa ultraterrena includevano la morte nei loro estremi orizzonti. Il pensiero dominante nella contemporaneità invece la esclude, la respinge. Se il modo in cui spendi la vita vale più della vita stessa, se l’aspettativa dell’Aldilà supera la difesa della pelle qui e ora, a ogni costo, puoi scommettere fino in fondo e governare la paura. Se sei disposto a rischiare anche la vita hai una libertà che nessuno può toglierti. Ma se tutto è qui e non ci aspetta altro, né la gloria né l’eternità, allora la vita è l’assoluto e per lei siamo disposti a tutto; siamo così in balia di chiunque la minacci o la protegga”.

Zelensky ci grida in faccia che non è in balia della paura e questo ci provoca, non ci lascia indifferenti, ci interroga tutti su quel che è stato e su come saremo a partire da ora. Insiste Veneziani: “Per conservarci biologicamente dimentichiamo i motivi che rendono la vita degna di essere vissuta. Tra cui la religione, il pensiero, l’arte, la scienza […] la fede, la comunità, la politica” d’altronde “quando togli a una persona la sua cultura, la sua fede, il suo legame d’appartenenza con le sue radici e la sua tradizione, cosa resta? Resta il consumatore globale e a decidere sono la quantità e i rapporti di forza”.

Il rischio di una visione unidirezionale e limitata della vita è sempre in agguato, ma, per ora, uno squillo di tromba ci ha sorpresi tutti disposti alla vita e la fiamma della speranza è stata accesa: “[…]la vita vincerà contro la morte e la luce prevarrà sulle tenebre”.

Fiorenza Cirillo, 3 marzo 2022

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