Dopo la Camera dei Comuni inglese, dove ha citato Churchill. Dopo il Congresso americano, dove ha fatto leva sull’orgoglio Usa per Pearl Harbor. Dopo aver evocato Hitler al Bundestag e l’Olocausto alla Knesset, con tanto di scivoloni e polemiche, adesso Volodymyr Zelensky parla di fronte al Parlamento italiano.
L’intervento di Zelensky in Parlamento
E lo fa in un contesto non del tutto idilliaco. Alcuni tra deputati e senatori hanno infatti annunciato la loro assenza: alcuni sono convinti che invitare Zelensky in questo momento possa precludere all’Italia la strada negoziale, in realtà già compromessa – come dice Toni Capuozzo – dalla decisione di inviare armi letali a Kiev; altri invece vorrebbero sentire anche l’altra campana: qualcuno ha proposto di invitare in video collegamento pure Putin, idea subito scartata da Roberto Fico (“non esiste, non è da commentare”). Di sicuro non sarà un’Aula unanime quella che accoglie Zelensky. Già la settimana scorsa si erano mostrati dei malumori striscianti all’interno del Parlamento italiano sulla questione Russia-Ucraina. Il decreto che ha approvato l’invio di armi a Kiev è stato votato tra numerose assenze oltre a 25 voti contrari e 5 astensioni. Tra i non presenti all’appello, non giustificati da ‘missioni’ particolari, c’erano 22 deputati di Forza Italia, 37 della Lega, 28 del Movimento Cinque Stelle, 21 del Pd e 23 del gruppo misto.
I partiti divisi sulla guerra in Ucraina
“Non parteciperemo alla seduta comune delle Camere in cui è previsto l’intervento in tandem in videoconferenza del Presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky e del presidente del Consiglio Mario Draghi – dicono da Alternativa C’é – Riteniamo infatti si tratti di una forzatura che non cambia di una virgola lo stato delle cose. Si tratta solo e soltanto di un’operazione di marketing che non servirà a far cessare le ostilità e non avrà alcuna utilità per la parte offesa”.
Il presidente viene introdotto da Fico e Casellati. Poi in seguito al suo discorso è previsto un intervento del premier Mario Draghi: tra i due sembra tornato il sereno, dopo l’incomprensione dei primi giorni di guerra.