Esteri

Zelensky si arrende e molla Crimea e Donbass: “Non le riavremo”

Il presidente ucraino costretto a confermare: “Non abbiamo le forze per riprenderci quei territori”. E invoca la diplomazia

zelensky

L’Ucraina sta attraversando uno dei suoi momenti più difficili a pochi giorni dal terzo anniversario dall’invasione della Russia. Una situazione così delicata da spingere il presidente Volodymyr Zelensky a invocare dei passi avanti dal punto di vista diplomatico. Sempre fiducioso e a tratti spavaldo, il numero uno di Kiev è stato costretto ad ammettere che il suo Paese attualmente non ha forze sufficienti per riconquistare il Donbass e la Crimea con mezzi militari. Per questo motivo conta sulla diplomazia, come forse mai prima di ora.

In un’intervista a Le Parisien, ripresa da Rbc Ukraina, Zelensky non ha utilizzato troppi giri di parole: “Di fatto questi territori sono ora controllati dai russi. Non abbiamo la forza per riconquistarli. Possiamo contare solo sulla pressione diplomatica della comunità internazionale per costringere Putin a sedersi al tavolo delle trattative”. Il numero uno di Kiev ha sottolineato inoltre che nessun leader mondiale ha il diritto di negoziare con Vladimir Putin senza l’Ucraina: “Non abbiamo mai delegato questo mandato a nessuno. Siamo vittime. Sarebbe ingiusto se tutti cominciassero a dire come dovrebbe vivere il Paese. I francesi in Francia , gli italiani in Italia o gli americani negli Stati Uniti sanno cosa sono vogliono per se stessi. Lo stesso fanno gli ucraini”.

La questione dei negoziati è tornata di moda dopo la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali americane. Il tycoon ha sempre ribadito di voler raggiungere in poco tempo un accordo per la pace, aprendo al dialogo con Mosca. Inoltre, il premier polacco Donald Tusk  ha confermato che esiste la possibilità che i colloqui di pace tra le parti inizino già questo inverno. Per quanto riguarda i negoziati, sarà fondamentale la posizione dell’Ucraina: “Non penso che siamo in una posizione debole, ma non siamo nemmeno in una posizione forte. Siamo nella Nato? Non lo sappiamo. Faremo parte dell’Unione Europea? Sì, in futuro, ma quando? Sedersi con Putin in tali condizioni significherebbe dargli il diritto di decidere tutto nella nostra parte del mondo. Innanzitutto, dobbiamo creare un modello, un piano d’azione o un piano di pace. Poi possiamo presentarlo a Putin o, più in generale, ai russi” ha aggiunto Zelensky.

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Zelensky ha ribadito ancora una volta la  volontà di entrare nell’Ue, sottolineando che i giorni del colonialismo sono finiti e per questo motivo Putin non potrà impedire la scelta di Kiev: “Putin non fa a giochi politici. Colpisce con i suoi missili. Perché il mondo intero glielo permette?”. E il presidente ucraino è pronto a premere per l’adesione all’Alleanza atlantica, che rappresenterebbe una garanzia affidabile di sicurezza per il futuro: “Chi può garantire che Putin non ritorni in Ucraina? Quale Paese verrà in nostro aiuto con i suoi aerei e le sue truppe? Tutto ciò che abbiamo oggi sono garanzie bilaterali da parte dei nostri partner per il sostegno militare e finanziario. Ma se Putin ritorna con i suoi milioni di persone, ci difenderemo ancora?”.

Il messaggio di Zelensky è chiaro: servono passi avanti dal punto di vista diplomatico. Per il momento non esistono aperture verso concessioni al Cremlino, anzi, l’obiettivo è quello di tornare allo status quo pre-invasione. Ma la situazione sul campo di battaglia è particolarmente delicata, anche nelle zone che sembravano sotto il controllo ucraino. Nelle scorse ore il  ministero della Difesa in Russia ha annunciato che le forze dispiegate in Ucraina hanno preso il controllo di altri due insediamenti nella regione di Donetsk, Stary Terny e Trudove, vicino alla città industriale di Kurakhove. Seguiranno aggiornamenti…

Franco Lodige, 18 dicembre 2024

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