“Zero per zero”. Questa la formula messa sul tavolo da Giorgia Meloni per quanto concerne il dossier dazi. Tra le sfide che Roma intende esplorare c’è quella di azzerare i reciproci dazi sui prodotti industriali esistenti, evitando una sanguinosa guerra commerciale tra gli Usa e l’Unione europea. Il premier ha convocato ieri a Palazzo Chigi i principali attori del mondo produttivo per affrontare l’emergenza legata alla guerra delle tariffe. In un incontro che ha visto protagonisti i vertici di Confindustria, delle Pmi e delle associazioni dell’agroalimentare, la Meloni fatto il punto sulle ipotesi in campo per contrastare gli effetti devastanti della misura voluta dall’amministrazione guidata da Donald Trump. Una strategia all’insegna del dialogo con Washington e della massima flessibilità per ristrutturare le risorse a disposizione.
Il premier ha sottolineato la volontà di evitare un’escalation della crisi, mirando la già citata soluzione “zero per zero” che azzeri reciprocamente i dazi sui prodotti industriali. Un impegno che la vede in prima linea: “L’Italia vuole negoziare e lavorare per ottenere un accordo equo. La nostra missione è arrivare a Washington il 17 aprile“, ha annunciato Meloni. Il governo, infatti, ha già messo sul piatto un pacchetto di misure straordinarie, tra cui 32 miliardi di euro da mobilitare, anche attingendo ai fondi europei.
Durante il vertice, la Meloni ha ribadito che la crisi rappresenta anche un’opportunità per rilanciare la competitività del sistema economico italiano. “La crisi impone di stabilire le priorità”, ha affermato ricordando che l’obiettivo è utilizzare i fondi disponibili per incentivare l’occupazione e rendere l’economia più produttiva. L’incontro ha visto la partecipazione anche dei ministri competenti, tra cui Giancarlo Giorgetti, Adolfo Urso, Tommaso Foti e Francesco Lollobrigida, mentre i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani hanno preso parte a distanza. Le stime parlano di un impatto pesante per il nostro Paese: Confesercenti prevede una perdita di 11,9 miliardi di euro in due anni sui consumi delle famiglie. Le imprese hanno chiesto interventi urgenti per aprire nuovi mercati e supportare la competitività, come sottolineato da Marco Granelli, presidente di Confartigianato.
Al tavolo delle trattative, Confindustria ha proposto di potenziare il piano Transizione 5.0, già parte del Pnrr, con una maggiore allocazione di risorse per il digitale e l’ambiente. In aggiunta, Confcommercio ha sollecitato un negoziato con gli Usa che prenda in considerazione anche i settori dei servizi, dove l’Europa è fortemente svantaggiata rispetto agli Stati Uniti, in particolare nel settore tecnologico e finanziario. Meloni ha spiegato che sono in corso “approfondimenti” per valutare l’effetto complessivo della crisi sul Pil italiano, ma ha ribadito la sua ferma condanna contro la decisione dell’amministrazione Trump: “La decisione di aumentare i dazi è profondamente sbagliata”, ha dichiarato la premier.
Sul piano delle risorse, il governo ha individuato circa 14 miliardi di euro da riallocare dal Recovery Plan, per sostenere l’occupazione e rafforzare la produttività. In aggiunta, la revisione della politica di coesione europea, approvata la scorsa settimana dalla Commissione, consente all’Italia di disporre di circa 75 miliardi di euro fino al 2029, una parte dei quali potrebbe essere destinata ad affrontare l’emergenza dei dazi. Infine, Meloni ha annunciato che l’Italia punta a rivedere anche il Piano Sociale per il Clima, destinando circa 7 miliardi per ridurre i costi energetici per famiglie e microimprese. “Da subito – ha concluso la Meloni – ci attiveremo per un forte negoziato con la Commissione Ue, per una maggiore flessibilità nell’utilizzo dei Fondi e nell’attuazione del Pnrr. L’Italia è pronta a fare la sua parte”.
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Trattare, trattare, trattare. Non c’è altra strada. Il governo ha le idee chiare e la linea “zero per zero” non è l’unica in campo. Per regolare il dossier dazi e contestualmente cambiare l’Europa, Meloni e la sua squadra sono pronti a metter mano al Green Deal: “Forse dovremo ragionare di sospendere le norme sul Green Deal in tema di automotive, settore colpito dai dazi”. E, ancora, invocato anche dal titolare del Tesoro Giancarlo Giorgetti, lo stop temporaneo del Patto di Stabilità per consentire agli Stati membri dell’Unione europea di intervenire con aiuti pubblici a favore dei settori economici più vulnerabili a causa delle tariffe doganali imposte dagli Stati Uniti.
Franco Lodige, 9 aprile 2025
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