Cronaca

“Zero successi, la finiamo qui”. Gli attivisti green gettano la spugna

In Austria Letzte Generation alza bandiera bianca: azioni inefficaci, non fermeranno più il traffico. Si sgonfia l’onda dei “no oil”?

ultima generazione Austria attivisti green © Leila Melhado tramite Canva.com

Negli ultimi tempi, l’impegno per il clima ha visto la nascita e lo sviluppo di numerose iniziative e movimenti dedicati alla sensibilizzazione su temi quali il cambiamento climatico e l’uso di combustibili fossili. Tra questi, il gruppo austriaco Letzte Generation, una costola di Ultima Generazione, che è diventato famoso a Vienna e dintorni per le molteplici proteste, tra cui molti blocchi stradali. Il solito armamentario dei talebani del green. Tuttavia, dopo anni di battaglie, erano operativi dal 2022, i verdi austriaci alzano bandiera bianca e annunciano che fermeranno le loro azioni. Niente più blocchi stradali. Ciao ciao.

Il motivo principale alla base della decisione di Letzte Generation di cessare le attività è stata la frustrazione per l’inefficacia delle proprie azioni e l’indifferenza percepite nei confronti delle richieste da parte del governo austriaco. Dopo due anni di proteste, che hanno incluso blocchi stradali, interruzioni di eventi e azioni simboliche come l’utilizzo di vernice nera su importanti opere d’arte, ma anche disturbo della quiete pubblica, blitz durante gare di moto, spettacoli teatrali, maratone ed eventi sciistici, il gruppo ha dichiarato di non riuscire più a intravedere una via di successo per le proprie iniziative.

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“Ci abbiamo provato – scrivono in un duro comunicato – Abbiamo continuato nonostante violenze, minacce di morte, arresti e incarcerazioni, odio e multe per decine di migliaia di euro. Non vediamo più alcuna prospettiva di successo“. Il governo se ne infischia, giustamente delle loro richieste. I cittadini fanno altrettanto. E quindi ammettono di aver perso la battaglia: “La società ha fallito – lamentano – Questo ci rende incredibilmente tristi”. La speranza è che possano “emergere cose nuove”, che poi sono quasi sempre uguali a quelle precedenti. Gli austriaci di Ultima Generazione sono convinti di aver “piantato i semi per una rivolta pacifica” e sono certi che “le persone continueranno ad organizzarsi e a ribellarsi”. Intanto, però, il loro progetto si avvia al fallimento. E questo vorrà pur dire qualcosa.

La reazione del cancelliere austriaco Karl Nehammer alla notizia ha evidenziato un netto contrasto di opinioni, poiché ha accolto con favore la fine delle attività di Letzte Generation, descritto le loro proteste come un “incubo” ora terminato e dipinto il gruppo come estremista. La situazione giuridica di alcuni membri, indagati per danneggiamento e appartenenza a un’organizzazione criminale, potrebbe aver dato il colpo di grazia. Poche settimane fa, in Gran Bretagna, un giudice ha condannato molto duramente (5 anni di carcere) alcuni attivisti di “Just Stop Oil” che minacciavano di bloccare la M25, una delle principali arterie autostradali di Londra.

Nonostante la chiusura in Austria, Letzte Generation ha espresso la volontà di continuare la lotta, seppur in formule non specificate, e di destinare i fondi residui a coprire le spese legali dei suoi attivisti.

Questo scenario si riflette anche in Italia, dove Ultima Generazione, omologo di Letzte Generation, ha recentemente rivisto le proprie tattiche di protesta. La scelta di optare per manifestazioni autorizzate rappresenta un tentativo di mitigare le conseguenze legali e di ampliare la partecipazione popolare. Fermare i lavoratori sul Grande Raccordo Anulare, in effetti, non era una grande scelta per cercare di coinvolgere la popolazione.

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