Zerocalcare&Co., i soldi prima di tutto: boicottano Israele ma incassano lo stesso

Il fumettista ha deciso di non andare al Lucca Comics, ma le sue opere saranno comunque in vendita: l’ennesimo caso di incoerenza

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Da qualche giorno non si parla d’altro che del patrocinio dell’ambasciata italiana di Israele a Lucca Comics & Games. Nessuno ha mai invocato un passo indietro dei rappresentanti dello Stato ebraico, fortunatamente, a fare discutere è la scelta del noto fumettista Zerocalcare di non prendere parte alla manifestazione dedicata a fumetti, videogiochi e cultura pop proprio perchè patrocinata dall’ambasciata israeliana. La scelta di Michele Rech è stata emulata da altri colleghi, a partire da Fumettibrutti e Giancane. Ognuno è libero di fare ciò che vuole – per fortuna siamo in Italia, il popolo di Gaza non può dire lo stesso a causa della tirannia di Hamas – ma la coerenza dovrebbe essere la priorità date determinate scelte. Ma…

Come molto accade, la contraddittorietà la fa da padrona. Zerocalcare non sarà presente fisicamente a Lucca Comics & Games, ma le sue opere saranno comunque in vendita. A differenza del suo artista, l’editrice Bao Publishing metterà a disposizione degli avventori tutte le opere del trentanovenne nato ad Arezzo, che a seconda degli accordi previsti guadagnerà la sua meritata percentuale. Il discorso è abbastanza chiaro: disertare l’evento sì, rinunciare ai guadagni no. Per non risultare ipocrita, Zerocalcare avrebbe dovuto porre un veto sulla vendita dei suoi fumetti. Ma questo non è accaduto. E parliamoci chiaro, non c’è grande sorpresa: i soldi sono soldi, a prescindere da Israele e Palestina.

Il caso di Zerocalcare non è isolato. Anzi nella galassia degli artisti di sinistra è piuttosto comune. Con le dovute proporzioni, molti cantanti, registi e attori rossi hanno predicato bene e razzolato male. Ricordiamo quanto accaduto prima delle ultime politiche: gli annunci dei compagni pronti a lasciare il Paese in caso di vittoria dei cattivoni di destra. Oppure gli appelli post 25 settembre: la Michielin che annuncia l’inizio della Resistenza tra un concerto e l’altro, Damiano dei Maneskin che parla di “giorno triste per l’Italia” e così via. Ovviamente nessuno di loro ha scelto di andare a vivere altrove, continuando a lavorare nel Belpaese e ad incassare cifre da capogiro. Attori e attrici contro i fascisti? Sui set a lavorare in film finanziati dallo Stato, quindi dal governo. Idem i registi. I principi sono importanti, ma di fronte al denaro lo sono un po’ meno.

Massimo Balsamo, 1 novembre 2023

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