Più che un Lopalco, un Lopulpito. Inesorabilmente di disgrazie. Ecco a noi il virologo da sbarco, lo ricordate, quello che si divertiva a postare video del pupazzone di Trump preso a mazzate (il pard Burioni approvava estasiato) e lo hanno fatto assessore pugliese alla sanità.
Eccolo qua con l’ennesimo chominciamento d’insania: “Quasi tutta Italia è gialla. Il virus ringrazia”. Ma mò che vuole ancora questo? Che senso ha ingiallire il Paese se poi gli impedisci pure di respirare? In realtà, uno scopo questo delirio sembra averlo, convincere i sudditi che debbono esser grati per la tinteggiatura ma senza uscire dalla gabbia. Al cane di Pavlov veniva la bava quando vedeva la lucetta rossa, agli italiani quando s’accende quella gialla. E gli viene perché sanno di non poter arraffare il brandello di libertà.
Questa è cattiveria, è macelleria mentale, Lopalco ormai ricorda Furio Zoccaro, quello che telefonava all’ACI (che lo mandava “a caghèr”) e voleva proibire alla povera Magda di andare a far pipì al cesso dell’autogrill: “Vai! Vai! Chettedevo dì? In bocca al vibrione! Vai!”. Non-ne-possiamo-più! Forse con Furio Lopulpito dovremmo fare tutti come l’ACI.
Max Del Papa, 2 febbraio 2021