E come ogni fine d’anno la nostra “Top Flop Parade”, le 5 migliori e le 5 peggiori trasmissioni tv del 2023.
TOP 5
1) GIALAPPA’S SHOW
E’ in assoluto la migliore trasmissione di quest’anno catodico: Giorgio Gherarducci e Marco Santin hanno saputo dimostrare che la satira è quella che ha definito Dario Fo: “Il rifiuto di certe regole, di certi atteggiamenti: liberatoria perché distrugge la possibilità di certi canoni che intruppano la gente”. La Gialappa’s – affiancata da un Mago Forrest al suo meglio – cerca esattamente questo: non farci “intruppare” dai canoni che hanno reso la nostra vita, alla fine, una quotidiana vaudeville.
2) IN ALTRE PAROLE
Se in RAI la trasmissione sembrava schiacciata dal political correct e da una melassa buonista ai limiti del fazismo, la nuova collocazione ha dato libertà a tutti: agli autori, al conduttore e di conseguenza a noi tele-spettatori. Molto anche grazie a Roberto Vecchioni che non ci vuole insegnare la vita ma almeno a tentare di vivere attraverso il significato delle parole che oggi usiamo tanto senza conoscerne il peso e il significato. Con un Massimo Gramellini che ha lasciato la formalità in formalina facendoci scoprire che il buonismo può essere bontà.
3) FAME D’AMORE
Francesca Fialdini e’ la rivelazione dell’anno. Dopo anni di tv il 2023 e’ la sua definitiva consacrazione. In ogni trasmissione dimostra come si possa fare televisione senza essere televisione, di come la professionalità non debba essere per forza essere piegata a un format(o) o a quello che il pubblico vorrebbe. Ed è il segreto per conquistarlo.
Con leggerezza, senza essere leggera, Francesca Fialdini ama le sfide: come con questa nuova edizione di “Fame d’amore”, il senso di vuoto che molti, troppi affrontano ancora come un disagio che divora e non come una possibilità di nuovi obiettivi.
Francesca Fialdini, che ne è anche l’autrice, ci fa capire come troppo spesso ascoltiamo senza sentire.
Ed è questo il segreto di chi è capace di ricordarci che la tele-visione non è soltanto guardare.
4) SULLA VIA DI DAMASCO
Eva Crosetta rende finalmente pop una trasmissione su cattolicesimo, ecumenismo e volontariato. E per pop intendiamo nom noiosa, come spesso capita quando i conduttori anche di trasmissioni generaliste affrontano certi tempi. Con le sue interviste in studio detta il ritmo di un nuovo linguaggio televisivo che non toglie nulla al sacro. Autentica “rivelazione”.
5) MI MANDA RAI3
Federico Ruffo è la televisione d’inchiesta come dovrebbe essere. La dimostrazione di come il giornalismo possa avere un nuovo futuro. Senza cercare clamore o scandali Ruffo riesce non si intimorisce davanti a nessun ospite: tiene fermo il timone della trasmissione, la rinnova e senza mai cadere nella tentazione di sovrastare la telecamera meriterebbe nuovi “report”.
FLOP 5
1) VIVA RAI2
Un flop non di ascolti e nemmeno di visibilità, certo, tanto che a Fiorello il TG1 di prima serata gli ha dedicato addirittura una intervista in uno speciale. Ed il problema è proprio questo: come può il Potere annullare chi, anche attraverso la comicità, cerca di combatterlo? Inglobandolo. Facendolo diventare un “one man show” honoris causa, un mattatore che finisce per accomodarsi tra le ombre delle luci della ribalta.
2) FESTIVAL SANREMO
Il problema è che durante la direzione di Amadeus è tornato il playback. E non solo per le canzoni.
3) X FACTOR
Come fabbricare generazioni di cantanti ma soprattutto di fan che infatti dicono “vado a vedere” e “non vado ad ascoltare” un concerto. Per la musica peggiore tragedia non esiste.
4) LA VITA IN DIRETTA E POMERIGGIO 5
Una continua sfida dove anche chi vince negli ascolti perde. I bravissimi Matano e Merlino si trovano a domare format usurati: l’omicidio del giorno, la tragedia della settimana, il centenario che fa gli anni con i parenti, la Royal Family, il cane con una zampa e un occhio solo che diventa attore, le truffe agli anziani, l’eredità di Gina Lollobrigida, finisce per farci percepire tutti gli argomenti come se avessero la stessa importanza. Finisce per mettere tutto lo stesso piano: uno zapping esistenziale che subiamo ogni giorno rendendoci ogni giorno sempre più impermeabili a ogni notizia.
5) PROPAGANDA LIVE
A Zoro manca sempre una R per essere quello che vorrebbe essere. Non è neanche “propaganda” ma la dimostrazione di perché la sinistra in Italia continua a perdere: perché qui non si discute nemmeno. Una risata ci seppellirà.
Gian Paolo Serino, 31 dicembre 2023
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