Zuppa di Porro

Tutti i buchi del finto scoop della Stampa su Salvini

Zuppa di Porro 29 luglio 2022

00:00 Come volevasi dimostrare, la velina della Stampa sui rapporti tra ambasciata russa e leghisti, diventa tema principale della campagna elettorale: ma sui giornali. Immagino che nelle spiagge non si parli di altro e cioè del fatto che un certo Capuano, amico di Salvini, vede il numero due dell’ambasciata russa a Roma che gli chiede se i ministri leghisti mollano Draghi? Ma ragazzi scherziamo.

05:20 Belpietro sfotte la Stampa, dicendo che sta roba l’avevano tirata già fuori loro. È vero, basta avere un archivio, ai tempi dell’organizzazione del volo di Salvini a Mosca.

06:30 Ma Minzolini più lucido di tutti scrive: ma non è stato Conte a far saltare il governo?

07:30 Travaglio, il più perfido, intanto ricorda come Jacoboni, quello del presunto scoop che i servizi italiani negano, è lo stesso che montò il casino sulla presunta troll grillino-putiniana che se la prendeva con il Pd: la famigerata Beatrice di Maio, che poi si rivelò essere la moglie di Brunetta. Vabbè!

09:45 Mara Carfagna si fa intervistare dal Corriere e dice che sul Cav la sua stima è intatta, sì certo non si sa mai, ma che va con Calenda per salvare l’Italia dagli estremismi e che comunque Calenda dovrà andare con il Pd.

14:45 Giuliano Ferrara chiede a Letta di allearsi con tutti, pure col M5s…

15:25 E se la gioiosa macchina da guerra di Occhetto, che perse con Berlusconi, questa volta fosse il centrodestra? Si chiede Sansonetti sul Riformista.

15:55 Il capo degli industriali, Carlo Bonomi, dice che i partiti si devono ricordare che il Pil lo fanno le imprese, tocca che se lo ricordi anche lui, visto che non è un industriale.

17:00 Da leggere l’intervista di Visco sulla Stampa.

17:37 Repubblica si inventa il seguente complotto: i russi, amici del centrodestra, stanno mandandoci gli immigrati per far vincere alla Lega le elezioni. E ci apre il Giornale.

20:05 Batteri nell’adriatico

20:25 L’America va in recessione e le imprese Italiane per Milano Finanza rischiano il 2008.